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“Terremoto causato dalle estrazioni?”, l’anticipazione shock di Science

da | Apr 11, 2014 | Notizie, Rapporto Ichese, speciale terremoto, Ultime news | 0 commenti

L’autorevole rivista Science anticipa i risultati dell’indagine della commissione che studia le cause del terremoto in Emilia. I risultati sarebbero sorprendenti: si scagiona da ogni responsabilità le indagini e relative al deposito gas di Rivara, ma si punta il dito sul giacimento di Cavone, poco lontano dall’epicentro della scossa del 20 maggio, che come Rivara è di proprietà della Gas Plus.

Come si legge nell’articolo di Anna Meldolesi che sul Corriere della Sera dà oggi la notizia: ” La correlazione tra la quantità crescente di petrolio estratto da Cavone a partire dall’aprile del 2011 e l’aumentata sismicità dell’area prima del 20 maggio 2012 costituirebbe un indizio, anche se per rafforzare la tesi di un legame causale bisognerebbe sviluppare un modello fisico che tenga conto della dinamica nel serbatoio e nelle rocce circostanti

E ancora: Secondo la rivista americana, che ha potuto leggerne in anteprima le conclusioni, gli esperti scartano l’ipotesi che ad accendere la miccia siano state le indagini invasive effettuate nel deposito di gas vicino al centro di Rivara. Il dito viene puntato invece su un altro sito di proprietà della Gas Plus (società che attende di leggere il rapporto ufficiale prima di far conoscere la sua posizione). Si tratta del giacimento di Cavone, a venti chilometri dall’epicentro della scossa del 20 maggio. Di per sé i cambiamenti di pressione sulla crosta terrestre dovuti alla rimozione del greggio e all’iniezione di fluidi per facilitarne il flusso non sarebbero stati sufficienti per provocare la tragedia, sostiene il rapporto. Ma «non si può escludere» che la faglia fosse già vicina al punto di rottura e che l’attività estrattiva abbia funzionato da innesco per il primo evento sismico“.

Puntualizza Science: “rimuovere e reiniettare liquidi non basta a causare un terremoto più intenso di quanto non sarebbe senza quell’attività – si legge in analogo articolo di RepubblicaMa è possibile che la faglia coinvolta nella sequenza sismica del maggio di due anni fa fosse sul punto di muoversi e che l’uomo abbia accelerato il processo. Non solo: le attività estrattive nel sito di Cavone erano state aumentate dall’aprile del 2011 e questo stabilirebbe un legame temporale. Però, conclude la rivista, manca ancora un modello fisico di sostegno: insomma, ipotizzato il nesso, non è ancora chiaro come e perché funzioni.

Science spiega infine di non aver ricevuto risposte sul rapporto né da parte degli estensori né da parte delle compagnie che sarebbero implicate, ma riferisce di altri sismologi per i quali questi legami sarebbero molto deboli e tutto il rapporto poco chiaro: l’impianto di Cavone, del resto, è molto piccolo e si trova ad almeno venti chilometri dall’epicentro”

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