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Terremoto: ricostruzione al 50% e ancora 2600 sfollati nei Map

da | Set 10, 2014 | In Primo Piano, San Felice sul Panaro, Novi, Ricostruzione | 0 commenti

Dobbiamo continuare la ricostruzione con passo veloce, ma senza allentare i controlli sul territorio. Sburocratizzare sì, ma prestando attenzione alla qualità e alla legalità”. Così il governatore uscente Vasco Errani detta la linea al suo successore per quanto riguarda la ricostruzione dei danni provocati dal terremoto del 2012. Lo fa dal palco della Festa dell’Unità di Bologan dove è intervenuto a parlare di questi temi con il sindaco di San Felice sul Panaro Alberto Silvestri, la collega di Novi Luisa Turci e il primo cittadino e senatore di Crevalcore Claudio Broglia.

Il prossimo commissario alla ricostruzione – ha spiegato Errani secondo quanto riporta Il Fatto Quotidianodovrà lavorare bene, e con responsabilità. Oggi, al netto dei beni artistici e dei centri storici siamo al 45 – 50% della ricostruzione. Non è stato semplice, ma alla fine sono convinto che avremo un’Emilia migliore di prima”.

Serve continuità nella gestione del dopo sisma – spiega Luisa Turci – perché se la ricostruzione è cominciata, non significa che sarà veloce”.

Almeno 2.600 persone, ricorda il quotidiano, vivono ancora nei container ad uso abitativo allestiti alle periferie dei Comuni terremotati per ospitare gli sfollati. “Abbiamo quasi ultimato la riparazione dei danni lievi – continua Turci – e ora dobbiamo occuparci degli edifici che hanno subito i danni più gravi, ma i nostri uffici faticano a ricevere le domande di rimborso dagli studi professionali, perché la mole di lavoro è enorme e le pratiche per ottenere i finanziamenti pubblici sono complesse”. “Poi – continua Silvestri – è necessario prorogare lo stato di emergenza”, che alleggerisce anche la pressione fiscale sulle aziende, “concedere ai Comuni del cratere di avvalersi ancora di personale supplementare, ed escluderli dall’applicazione della spending review”.

Resta inoltre in sospeso la questione della fiscalità di vantaggio, e il varo di una legge nazionale sulle emergenze: “Intervenire senza una normativa quadro è la difficoltà più grande – spiega il primo cittadino di San Felice sul Panaro – perché la fatica più immane è dover ricostruire senza regole. Di fronte a una calamità è necessario sapere quali garanzie offre lo Stato, non si può rimandare la questione”.

Di cose da fare ce ne sono ancora molte – conclude Silvestri – per ricostruire manca ancora 1 miliardo di euro, per questo al prossimo commissario alla ricostruzione chiediamo continuità. Del terremoto avremmo volentieri fatto a meno, ma c’è stato, e visto che si è verificato dobbiamo fare il possibile perché sia dimenticato al più presto”.

 

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