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Il sisma e quelle 100 aziende del biomedicale che non se ne sono andate

da | Mag 30, 2015 | In Primo Piano, Mirandola, Aziende coraggiose | 0 commenti

Giuliana Gavioli

Giuliana Gavioli

Oltre 100 le aziende che non hanno delocalizzato e, nonostante le difficoltà del terremoto, hanno continuato a produrre dispositivi medici ad altissimo valore tecnologico, dimostrando ogni giorno la volontà di investire sul territorio, su risorse qualificate e, soprattutto, sul futuro del nostro Paese. Primo distretto in Europa e secondo al mondo, il polo biomedicale emiliano è terreno fertile per start up e imprese innovative e può essere considerato la Silicon Valley italiana, grazie anche al nuovo Tecnopolo, parco scientifico e tecnologico del biomedicale, nato con i fondi della Regione e i contributi post sisma e frutto della ricostruzione. Questo il bilancio emerso nell’ambito del convegno “Competitività e innovazione: il ruolo dell’industria biomedicale in Italia. Dal terremoto alla ripresa, la rinascita del distretto di Mirandola”, organizzato da Assobiomedica in collaborazione con Confindustria Emilia-Romagna e Confindustria Modena, e con il patrocinio del Comune di Mirandola.

“A tre anni dal terremoto – ha dichiarato Maurizio Marchesini, presidente di Confindustria Emilia-Romagna – il polo industriale mirandolese è ripartito anche grazie all’attiva collaborazione delle istituzioni regionali e locali, ma c’è ancora molto da fare per valorizzare di più e meglio un territorio che è fiore all’occhiello della filiera italiana della salute. Servono politiche industriali a livello centrale e regionale che puntino sulle imprese e le mettano in condizione di dare slancio all’economia e attrarre investitori esteri”.

“Tornare alla normalità è stato difficile – ha dichiarato il presidente di Assobiomedica, Stefano Rimondi -, soprattutto per le realtà più piccole. Ma la produzione nel distretto non si è mai fermata e oggi è tornata a pieno regime, fatturato ed export sono cresciuti. Le imprese, e soprattutto le persone che sono dentro le aziende, hanno dimostrato coraggio, tenacia e capacità di voltare pagina senza piangersi addosso. Purtroppo però le politiche di tagli alla Sanità degli ultimi anni sembrano non considerare questa realtà, continuando a introdurre meccanismi come il payback per i dispositivi medici che, al contrario, causeranno più danni del terremoto, facendo collassare il settore e comportando la perdita di decine di migliaia di posti di lavoro”.

“È stato grazie al sostegno di tutte le istituzioni sul territorio – ha dichiarato Giuliana Gavioli,vicepresidente di Confindustria Modena e presidente Steering committee del Tecnopolo di Mirandola – se siamo riusciti a rialzarci fin da subito e a restare competitivi a livello globale. Il Tecnopolo si proietta al futuro proponendosi alla comunità internazionale con progetti scientifici attrattivi e come incubatore di start up, di cui il territorio è molto ricco”.

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