Al polo industriale c’è un pericolo ambientale in meno per i sanfeliciani. Infatti è stato messo in sicurezza il deposito di materiali inerti e amianto della ditta Bianchini, oltre cento tonnellate di rifiuti edili che attendeva una soluzione dai giorni del sisma. La copertura messa negli scorsi anni si era infatti sfaldata, e con le vicissitudini giudiziarie dell’impresa non si capiva come risolvere la questione. Smaltire correttamente quei rifiuti portandoli altrove, infatti, ha un costo elevato.
Così la montagna di amianto resterà a San Felice, ma almeno adesso è arrivata una copertura stabile – c’è una garanzia che resti così per almeno 5 anni – che impedisce le fughe volatili del pericoloso materiale.
A portare avanti l’operazione la Bianchini in amministrazione controllata, che oggi, in attesa che termini l’iter giudiziario della famiglia sanfeliciana coinvolta nel processo Aemilia, è un’azienda dello Stato guidata dall’avvocato Rosario Di Legami. Il legale ha portato avanti in questo periodo diverse operazioni per ripristinare la legalità e permettere di far lavorare l’azienda. Anzitutto la riammissione dell’impresa nella white list, in modo da non perdere gli appalti. Poi uno dei primi interventi, a giugno 2015, fu lo smaltimento di detriti contaminati da amianto già avvenuto nell’area di San Biagio a San Felice, e la consegna ai vigili del fuoco di quaranta camion confiscati alla ‘ndrangheta.