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Nuove trivellazioni, il comitato: “Altroché studi accademici, questi vogliono fare business”

da | Mag 14, 2017 | Carpi, In primo piano, Senza categoria | 0 commenti

Ai carpigiani interessa? Forse non hanno capito, forse è mancato il preavviso, fatto sta che al primo incontro pubblico per il comitato “No Fantozza”, venerdì 12 maggio in Sala Peruzzi, la partecipazione è stata bassa, troppo bassa rispetto alla posta in gioco, anche se il comitato si dichiara soddisfatto.

Sarà che l’area interessata dal progetto di esplorazione per la ricerca di idrocarburi che la società Aleanna Resources è autorizzata a portare avanti tocca solo marginalmente la Provincia di Modena – pochi km tra Budrione e Fossoli – ma le sedie vuote, se si conta che erano presenti ben 7 comitati di 7 differenti comuni, fanno pensare che il cammino sia ancora lungo (nel reggiano almeno gli agricoltori si sono mobilitati).

L’obiettivo dei gruppi è bloccare il progetto che interessa una superficie di 104 km quadrati e abitata da circa 127mila cittadini in una regione, la nostra, che è la più trivellata d’Italia, e dove le attività estrattive rischiano ormai di coprire la metà della sua superficie totale.

A ripercorrere l’iter con cui la Giunta ha concesso i permessi esplorativi e il dibattito in corso in Regione, sottolineandone la mancanza di trasparenza e l’incapacità di proposte che vadano oltre il monitoraggio delle diverse fasi di lavoro, è stato Gianluca Sassi, consigliere regionale del Movimento 5 Stelle (presente anche con due consiglieri comunali di Carpi e Fabbrico).

Si è parlato di inquinamento delle falde ed equilibrio idrogeologico, sismicità indotta e subsidenza (il sottosuolo che, privato di elementi al suo interno, tenderebbe a compattarsi verso il basso). E di tutti gli altri effetti negativi – potrebbe non succedere mai niente oppure sì – che potrebbero avere questi “rilievi sismici 3D con vibratori meccanici” o, peggio ancora, se dalle esplorazioni si passasse a vere e proprie estrazioni. “Perché – si chiedono infatti dal Comitato – ad autorizzazione emanata nel 2009, e bloccata dopo il sisma 2012, aspettare ancora così tanti anni e un iter così lungo se non ci sono ragionevoli probabilità che si trovi effettivamente qualcosa nel nostro sottosuolo? Questa ricerca non è accademica, la finalità è fare business”.

E così il comitato si mobilita, per raccogliere le firme e chiedere alla Regione di bloccare il percorso ma anche informare i cittadini per tutelare il territorio, che è dentro Natura2000, rete ecologica europea a tutela della biodiversità, spingerli a “volerne sapere di più per rispondere per le rime a chi pensa di poter fare ciò che vuole”: la stoccata era ai sindaci e ai consiglieri a prescindere dall’appartenenza politica, tutti invitati ma tutti assenti. Leggerezza, superficialità, inettitudine?, si chiedono i presenti. “Hanno lasciato la stalla aperta, i buoi sono fuggiti e ora cercano di rimetterli dentro. La stessa assessora regionale Palma Costi non lo ammetterà mai, ma ha detto ai sindaci di farsi sentire con i cittadini. E’ stato fatto?” ha rimarcato ironico Sassi. E così, ancora una volta, a cavalcare il tema è rimasto solo il Movimento 5 Stelle.

Info pagina Facebook: “Comitato NO Fantozza

Sulla pagina è possibile vedere il video della serata e le slides utilizzate nella presentazione.

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