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Novi: e il confronto elettorale diventò uno show

da | Giu 1, 2017 | Novi, Elezioni | 0 commenti

Novi: e il confronto elettorale diventò uno show. “Non ci confondiamo con loro, noi non candidiamo ex di altri partiti, i trombati e le minestre riscaldate non appartengono alla nostra lista. Non avete niente da perdere, peggio di così non può andare”. Ne ha avute per tutti Mario Enrico Rossi Barattini, candidato sindaco della lista di Centro destra Rinnovi, al dibattito elettorale organizzato da Reteimprese Italia in vista delle elezioni amministrative dell’11 giugno.

Una serata inaspettatamente vivace, tutt’altro che noiosa, per la prontezza e capacità di sintesi con cui i tre candidati hanno risposto alle domande del moderatore, il giornalista modenese Paolo Seghedoni, ma soprattutto per la grande presenza di pubblico, che non ha mancato di sottolineare con applausi e commenti ad alta voce le uscite polemiche di ciascuno dei protagonisti. E battute, uscite sarcastiche, stoccate ce ne sono state, visto che sono stati toccati tutti i temi caldi di una campagna che, a dieci giorni dal voto, si sta infiammando.

Ricostruzione e centro storico

Il primo giro è su ricostruzione e centro storico e inizia il candidato della lista civica Noi Enrico Diacci, che per tutta la sera si dimostra il più sobrio, invitando spesso alla riflessione sui numeri. “Nell’ultimo anno sono state concluse solo 48 cambiali, 4 al mese, ci vorranno 110 mesi per le restanti 440. Non è possibile andare avanti così”. Suddividere i compiti in capo all’ufficio tecnico per dargli “una marcia in più” e appoggiarsi alle Terre d’Argine le soluzioni proposte. Giulia Olivetti di Insieme al Centro sinistra ha invece ripercorso l’iter partecipato sulle piazze, viste come temi identitari. “Già finanziati la Torre Civica e il municipio – ricorda – partiranno presto, e sull’edilizia privata “più trasparenza” e per agevolare le pratiche “appuntamenti mirati in cui i tecnici privati, pubblici, gli amministratori e il cittadino stesso possano parlarsi”. Parte in quarta Barattini, “sembra che il terremoto sia stato un anno fa”, e si offre per “smantellare la burocrazia”. Servono sgravi per occupazione del suolo pubblico e oneri di urbanizzazione, incentivi per far ripartire l’anima del comune, più eventi. Conclude infine: “spingeremo con i consiglieri nazionali della Lega per una zona franca urbana”.

Cispadana e viabilità, l’esperienza Pd

Sulla Cispadana c’è chi si sbilancia di più e chi meno, per non scontentare gli organizzatori del dibattito che sono favorevoli al miglioramento delle vie di comunicazione. “Saremo chiamati a ribadire due aspetti, le mitigazioni ambientali e le compensazioni più volte chieste e l’opportunità per opere di supporto alla viabilità urbana”, osserva Giulia Olivetti che, da politica navigata nonostante la giovane età, osserva che la lista non è entrata nella scelta “fatta da altri, ma vogliamo contare perché i finanziamenti arrivino nelle nostre zone”. Barattini si chiede se la Cispadana “è un vero investimento?”, chiarendo che un team di superesperti sta studiando la cosa, “andremo a battere i pugni e fare barricate”: “niente caselli, perché sarebbe controproducente far pagare ciò che la Regione può finanziare”. Diacci vuole una strada a scorrimento veloce, non l’autostrada contenuta nel progetto, perché sarebbe troppo impattante: “diventerebbe alternativa all’A1 e ci porteremmo a casa inquinamento e traffico. Sosteniamo anche altri progetti come il percorso alternativo verso il casello di Rolo-Reggiolo e l’integrazione dell’aeroporto di Fossoli nel sistema viario”.

Aimag: fusione sì, fusione no

Sul futuro della multiutility che sembra sempre più orientato verso l’incorporazione in Hera, inizia Barattini sottolineando che “è dei cittadini. Noi siamo contrari a vendite o partnership che la porrebbero in sudditanza. Se perderà, su quali tasche credete che si rifaranno?”. La proposta: referendum popolare ed elezione degli organi dirigenti. “Le scelte su Aimag vanno sganciate dalle logiche di potere. Siamo formalmente e fermamente contrari alla fusione”, afferma invece Enrico Diacci, ricordando come il popolo si espresse nel 2011 sull’acqua come risorsa pubblica da tutelare, parla poi di valorizzare altre strutture come quella di via Bosco. Critica il candidato civico la Olivetti, “occorre agire politicamente per contare nelle scelte”. L’azienda, osserva, “si deve rafforzare”, quindi sì alla partnership per partecipare alle gare e tutelare lavoratori e fornitori, ma Aimag deve permanere, con la sua autonomia, nel territorio.

Sicurezza: cavallo di battaglia della Lega

Inizia Diacci, che intende passare da un sistema di osservazione centralizzato ai “cittadini stessi che riportano ciò che vedono alla sala operativa”. Controllo di vicinato con un protocollo per la gestione dei rapporti tra i diversi soggetti, poi vigili di frazione formati come presenza costante sul territorio. “Occorre valutare le diverse opzioni in base alle rilevazioni dei cittadini, costruendo un senso di sicurezza collettiva”. “Più iniziative uguale un territorio più sicuro”, osserva Giulia Olivetti. Sì, anche per lei, al controllo di vicinato, ma anche ad “incentivi per finanziare l’installazione di sistemi di sicurezza privati”, infine un presidio del territorio con telecamere ad alta risoluzione perché quelle attuali sono inadeguate. E più polizia sul territorio. “Le forze di polizia già ci sono”, risponde Barattini, occorre usarle meglio. Poi passa ai migranti e il suo animo leghista si incendia: “vengono da paesi non in guerra e noi continuiamo a prenderli. Noi non ne prenderemo uno, ci prenderemo le nostre querele ma non ce ne frega un cavolo”. Nomadi: “abbatteremo tutto ciò che non è abusivo”, “e pregiudicati non ne vogliamo, andranno nei comuni di sinistra”.

 

 

 

 

 

 

 

 

Sviluppo e innovazione: è Diacci l’unico candidato lavoratore

Lancia un “patto per il lavoro” Giulia Olivetti, un coordinamento permanente per imprese, associazioni, centri per l’impiego, sindacati, per “parlare e fare sinergia e confrontarsi su ciò che ognuno può fare”. Ovviamente coordinato dall’amministrazione. Poi bandi per le imprese, coworking e marketing territoriale, con un catalogo dei prodotti “made in Novi”. “Bisogna tornare a far vivere il comune”, osserva Barattini, con punti vendita locali dei prodotti tipici, marketing, serate e notti bianche. Poi incentivi, sgravi sulle tasse e uno sportello gratuito di consulenza sull’accesso al credito, sfruttando tutte le sue competenze legali. “Non credo che chi ha amministrato fino a ieri potrà fare meglio di come ha fatto”, commenta. “Io sono l’unico lavoratore”, risponde Diacci “e so che il territorio non fornisce alle imprese strumenti adeguati. Anche per lui uno sportello, ma “di accoglienza e relazione con il pubblico per imprese e cittadini”, sconti differenziati per artigiani e agricoltori, equità nella Tari, ridurre gli oneri per facilitare nuove attività produttive. “La differenza è il metodo, noi abbiamo candidati che lavorano e risolvono problemi”.

Domande… tendenziose

Immigrati e culto e legame col territorio:due le domande dal pubblico – effettuate in realtà da simpatizzanti delle liste con l’obiettivo di offrire assist ai propri candidati – hanno permesso ai tre protagonisti di venir fuori ancor meglio nella propria identità. Si è scagliato sul suo cavallo di battaglia Mario Enrico Rossi Barattini, “prima gli italiani, saranno gli altri ad adeguarsi a noi”. Sul legame col territorio osserva “io non ho conflitti di interessi, né case da ricostruire” – e qui scatta lo sdegno del pubblico – “sono esperto nell’abbattere la burocrazia, io la distruggo”. Enrico Diacci parte invece dall’esperienza di integrazione della scuola, “siamo cittadini del mondo e non possiamo ragionare in piccolo”. “Sono novese di Rovereto, i nostri centri devono tornare ad essere uniti”. Scuola e sport come luoghi di intercultura anche per Giulia Olivetti, che programma la consegna della costituzione ai maggiorenni. “Sono di Sant’Antonio ma questo territorio lo conosco – poi la frecciata a chi la ritiene inadeguata -: abito a Modena per scelte familiari, come farò a fare il sindaco? Come tutte le donne, che hanno diritto a fare figli e a ricoprire ruoli per loro appaganti”.

Voti cercansi

In conclusione gli appelli agli elettori. Non sono mancate le stoccate: “Siamo l’unica lista alternativa alla sinistra” ha detto Mario Barattini, “non ci confondiamo con loro, noi non candidiamo ex di altri partiti. I trombati e le minestre riscaldate non appartengono alla nostra lista. Non avete niente da perdere, peggio di così non può andare”. “Non ci si improvvisa amministratori locali – ha commentato invece Giulia Olivetti -, non possiamo permetterci tempo perso. Noi siamo trasparenti perché è chiaro chi siamo, i pot pourri di persone di diversa estrazione portano al rischio ingovernabilità”. Diverso e più sobrio lo stile del candidato della lista civica Noi: “Se lavoro male la mia azienda chiude – ha osservato Enrico Diacci – io sono l’unico che viene dal mondo del lavoro e oggi il territorio non fornisce alle imprese la possibilità di espandersi. La nostra lista civica è l’unica che nasce dall’armonizzazione di diverse anime, grazie al direttore d’orchestra strumenti diversi riescono a creare una melodia”.

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