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Nonantola, immigrazione: protocollo tra Comune e Caritas Diocesana firmato da tutta l’Unione del Sorbara

da | Mar 30, 2018 | In Primo Piano, Bomporto, Bastiglia, Ravarino, Nonantola, Cronaca, Richiedenti asilo | 0 commenti

L’Amministrazione di Nonantola ha siglato con la Caritas Diocesana un protocollo per sperimentare “progetti di comunità” rivolti ai concittadini più fragili. Tutte le forze presenti sul territorio, quali Amministrazione, Parrocchia, associazioni di volontariato, enti gestori e cittadinanza sono invitati ad un’azione di concerto su di un “tavolo di coordinamento” dove verranno attivati “micro progettualità specifiche per intervenire sui problemi” legati alla accoglienza dei richiedenti asilo ma non solo.

Federico Di Stefano, assessore con delega alle politiche sociali, spiega: “Il protocollo non è rivolto esclusivamente ai richiedenti asilo, ma alla fragilità nel suo complesso e non è stato concepito come risposta ad un problema contingente. Si parte dall’idea di mettere in campo un progetto di comunità in cui andare a sviluppare microprogettualità sul territorio coinvolgendo tutte le energie disponibili, con pari dignità istituzionale”.

Qual è l’obiettivo? “Contrastare la povertà e la marginalità nel suo complesso senza fare poveri di serie A o poveri di serie B”, spiega l’assessore al nostro giornale.

Nonantola vanta un comitato, Anni in Fuga, nato nel 2016, che è stato anche promotore di incontri pubblici tesi ad aiutare, nell’accoglienza ed inclusione, i richiedenti asilo. “Il comitato – aggiunge Di Stefano – ha fatto un lavoro bellissimo perché, tra le tante cose, cerca di porsi come una sorta di ‘gruppo di buon vicinato’ per ogni appartamento. Grazie alla consulta stiamo favorendo momenti di conoscenza attraverso il volontariato. Diverse associazioni hanno dato la loro disponibilità e sono nati numerosi progetti, come il laboratorio di sartoria”.

A Nonantola sono 67 le persone in accoglienza, tutti maschi, dislocate, per lo più, in appartamenti individuati sul libero mercato. “La Curia – spiega ancora Di Stefano – ha messo a disposizione la casa di Redù ed un piccolo appartamento in centro. La casa di Redù è stata usata per rispondere ad una prima fase emergenziale e la cooperativa che li assiste è in procinto di spostare i ragazzi accolti in una zona più centrale del territorio”.

Ci saranno altri arrivi? “Non è detto. Se il sistema di gestione ordinaria a livello nazionale regge, potremmo non avere più bisogno di accogliere altre persone nell’immediato. Le persone in accoglienza seguono la medesima procedura della provincia di Modena. Abbiamo un primo periodo nella struttura di Bologna e successivamente una seconda accoglienza sul territorio”.

In quali altre attività verranno coinvolti? “Stanno dando una mano ai volontari del Piedibus al mattino. Stiamo organizzando turni per aumentare la pulizia del centro cittadino. Sono in calendario anche lavori di piccola manutenzione, alcuni già in atto. L’idea è creare condizioni per una reciproca conoscenza e un reciproco beneficio”.

“Ma il protocollo”, puntualizza ancora Di Stefano, “è diretto alle problematiche di tutte le persone fragili, non solo dei richiedenti. Ritengo che questo strumento possa rappresentare un momento di svolta per la nostra comunità. La concertazione permetterà di creare veri momenti d’incontro, di scambio, di vicendevole conoscenza in grado di arricchire sia i richiedenti asilo sia la comunità intera. L’aspetto che più ci rende orgogliosi è vedere come tantissimi cittadini, più o meno organizzati, stanno da tempo investendo le proprie energie sul tema dell’accoglienza. Grazie ad un coordinamento di questo tipo, il lavoro di tutti sarà ulteriormente finalizzato e diverrà ancora più efficace. Co-progettare inizialmente potrà risultare faticoso, tuttavia, non appena diverrà una modalità automatica di lavoro, permetterà di raggiungere risultati di altissimo spessore utilizzabili non solo per questo tema specifico, ma generalizzabili alla fragilità nel suo complesso”.

L’accordo è stato firmato dall’Unione del Sorbara, ma l’avvio avverrà a Nonantola. Il tavolo di coordinamento va inteso aperto a chiunque vorrà dare contributo progettuale.

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