FINALE EMILIA – Spento definitivamente l’incendio che martedì ha causato gravissimi danni, alla Ecoblok cominicia la conta degli effetti a lungo termine. E’ andata distrutta una intera, nuova, linea produttiva,e questo mette fuori gioco l’azienda per diversi mesi. In magazzino ci sono scorte per soddisfare i fornitori per qualche giorno ma poi bIsognerà attendere di rimettere tutto a posto, c’è praticamente da rifare lo stabilimeto ex novo. E potrebbero volerci settimane, se non mesi. Nel frattempo, fermata la produzione, la quarantina di lavoratori della Ecobloks potrebbero essere messi in cassa integrazione per un po’.
Intanto, non si placano le polemiche sulla sicurezza dello stabilimento e sull’inquinamento che produce.
SINISTRA CIVICA
“Sono ormai anni che chiediamo alle istituzioni, Regione in prima fila, di mettere in campo una serie di accorgimenti sia sul fronte della sicurezza che su quello dell’impatto ambientale relativamente all’attività dell’Ecobloks. L’incendio di ieri però, l’ennesimo, dimostra che su questo fronte poco o nulla è stato fatto mentre i rischi per la salute dei cittadini restano altissimi come dimostra l’enorme nube nera che ieri sera era visibile anche a molti chilometri di distanza da Finale”. È questo il commento di Giulia Gibertoni dopo l’incendio che nel tardo pomeriggio di ieri ha interessato lo stabilimento dell’Ecobloks, l’azienda di Finale Emilia specializzata nella produzione di cubetti per i pallets. “Dopo l’incendio che aveva interessato il camino della struttura, nel luglio del 2016, avevo presentato un’interrogazione alla Giunta per chiedere quali misure sul fronte della sicurezza fossero state adottate per evitare il ripetersi di episodi simili – spiega Giulia Gibertoni – All’epoca l’assessore Gazzolo rispose che tutte le procedure erano state rispettate e che l’azienda, dopo una breve sospensione delle attività, aveva fornito ampie rassicurazioni sul ripristino delle strutture danneggiate. Dopo due anni però la situazione è tornata ad essere molto grave visto che l’incendio scoppiato ieri sembra essere ancor più imponente di quello del 2016. Perché in tutto questo tempo non si è fatto nulla?”. Gibertoni poi torna a chiedere, anche alla luce di quanto accaduto ieri, un monitoraggio costante e regolare nel tempo della reale qualità dell’aria nella zona dell’impianto. Richiesta che era stata fatta già all’indomani del rogo del 2016 ma che la Regione aveva respinto. “Due anni fa l’assessore Gazzolo spiegò che c’era nessuna necessità di installare una centralina fissa per misurare le emissioni dell’Ecobloks. Oggi crediamo che alla luce di quanto successo questa installazione sia il minimo che la Regione possa fare, oltre a sollecitare ARPAE ad effettuare un monitoraggio urgente sulle sostanze sprigionate durante l’incendio di ieri. La salute dei cittadini deve essere tutelata e deve venire prima di tutto. Finale Emilia è soggetta a rischi ambientali continui, si prenda atto della situazione emergenziale perché i finalesi non possono più sopportare un tale cumulo di impatti ambientali e sanitari negativi. Basta perdere tempo” conclude Giulia Gibertoni.
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