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“Una scoperta straordinaria”. La grande emozione della stella cadente di Capodanno

da | Gen 6, 2020 | In Primo Piano, Mirandola, Cavezzo, In primo piano, In primo piano | 0 commenti

Le meteoriti sono memoria e storia, passato e futuro. Sono testimonianze preziosissime e rare. Quando solcano i nostri cieli cadendo, da sempre creano stupore: lo spettacolo è affascinante e denso di significati tanto diversi quanto diverse sono le emozioni che provoca. I poeti le hanno chiamate stelle cadenti e comete, petali di stelle o gocce di cielo. Ogni Natale compaiono nei nostri presepi: fu proprio una stella cometa, si dice, a indicare la grotta di Gesù Bambino ai Re Magi.. E poco importa che poi, in concreto, somiglino solo a una pietra bruciata.

Sì, perchè proprio una banale pietra bruciata sembra il frammento di meteora trovato nelle campagne di ponte Motta. Ma porta una storia straordinaria con sè.

Martedì il nostro corpo celeste era ancora tra i pianeti Marte e Giove, in mezzo agli asteroidi. Mercoledì invece è caduto, attirato dall agravità terrestre, è passata a stella cometa alla velocità di oltre 100 mila chilometri l’ora nello spazio e chissà quali desideri ha espresso chi l’ha vista.

Poteva finire lì, se non fosse stato per il fiuto di una bella cagnolona di Mirandola, Pimpa, che era venuta sull’argine del Secchia a spasso con il suo padrone, Davide Gaddi. Pimpa si era incuriosita per il riverbero del sole sulla superficie liscia di una strana pietra che forse faceva anche un particolare odore di zolfo. Gaddi aveva letto su Sul Panaro l’appello dei ricercatori che avevano calcolato la traiettoria di caduta della stella cometa. “E’ finita nelle campagne tra Disvetro e Rovereto”, hanno detto, spiegando cosa doveva fare a chi ne avesse trovato qualche frammento.

E ora la stella cometa è qui.

Avere qui, tra le nostri mani, un frammento di stella cadente è una cosa straordinaria. Questa meteorite, in particolare, è un pezzo speciale. Anzitutto perchè è antichissima. Ha una età stimata di 4 miliardi e mezzo di anni. Per intendersi, sulla Terra le pietre più antiche hanno si è no 4 miliardi di anni. Spiega Vanni Moggi Cocchi, dell’Università di Firenze: “E’ un ritrovamento molto importante perchè questi oggetti si sono formati immediatamente dopo la nascita del Sole, hanno la stessa età del nostro sistema solare e ci dicono come era ai primordi”

“E’ una gran bella meteorite – gongola Romano Serra dall’Università di Bologna- è il residuo solido di una bella stella cadente di Capodanno. Il giorno dell’inizio del nuovo anno è passato un bolide che ha lasciato una scia luminosa ben visibile in cielo e  – cosa straordinaria, ha lasciato residui solidi”. Dal punto di vista mineralogico, il residuo è una condrite ordinaria, composta da ferro, nichel e troilite. Il frammento più piccolo pesa circa 3 grammi, il più grande 50 grammi.

Ma è un passo avanti incredibile quello che ha registrato la scienza qui nella nostra Bassa. Infatti, è la prima meteorite che in Italia viene ritrovata a seguito di calcoli e angolazioni. Insomma, “è la prima meteorite che è stata trovata perchè è stata cercata, ed è stata cercata perchè era stata osservata cadere dalle cinquanta telecamere della rete Prisma”, spiega Albino Carbognani ricercatore dell’Inaf, osservatorio astrofisico e dello spazio di Bologna.

Poi, è altrettanto raro che sia stata rinvenuta poche ore dopo l’atterraggio, e quindi non ha subito intemperie o manomissioni. Cento ore prima il meteorite era ancora in volo. E’ arrivata “vergine” sui tavoli dei ricercatori. E chissà quanto ha da raccontare.

Adesso le ricerche continuano, di certo ci sono altri frammenti in giro. Tanti appassionati domenica hanno raggiunto il luogo del ritrovamento e si sono dati da fare.

Intanto, il principale frammento sarà donato da Gaddi all’Osservatorio Astronomico di Cavezzo. Un frammento del meteorite, invece finirà all’Univerisità di Firenze dove, argomenta il professor Giovanni Pratesi “sarà anzitutto studiato e classificato. Investigheremo con attenzione, cura e cautela. Ci aspettiamo di trovare più informazioni possibili. Le prime analisi inizieranno subito, ma occorreranno un paio di mesi per completare gli studi, e poi sarà realizzata una pubblicazione scientifica. Che potrà portare anche a un Nobel? Chissà

 

L’intervista

 

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