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Registro Imprese Modena: diminuisce la consistenza delle attività nel primo trimestre 2020

da | Apr 22, 2020 | Expo, Economia, Lavoro, Agricoltura, Sanità | 0 commenti

L’elaborazione del Centro Studi e Statistica della Camera di Commercio di Modena sui dati del primo trimestre 2020 mostra in provincia di Modena un calo di 515 imprese registrate, passando da 72.761 unità presenti al 31/12/2019 a 72.246 imprese alla fine del mese di marzo 2020.

La corrispondente variazione congiunturale risulta del -0,7%, più pesante di quanto normalmente si verifica nel primo trimestre di ciascun anno, caratterizzato comunque da una concentrazione delle iscrizioni, ma ancor più delle cessazioni a gennaio per motivi amministrativi (in genere a fine anno si ha un picco di cessazioni di imprese, tale evento però può essere comunicato alle Camere di Commercio entro trenta giorni, pertanto molte cancellazioni vengono contabilizzate nel mese di gennaio dell’anno successivo).

L’emergenza sanitaria da Coronavirus inizia dunque a mostrare ripercussioni sulla dinamica del tessuto imprenditoriale, soprattutto nella apertura di nuove attività.

Le restrizioni relative alla pandemia in atto hanno infatti ridotto molto tutte le movimentazioni del Registro Imprese, pertanto calano sia le imprese cessate non d’ufficio che risultano 1.691, con una variazione tendenziale del -7,6%, ma ancor di più le nuove imprese iscritte, pari a 1.199, in calo del -17,1% rispetto allo stesso periodo del 2019.

Il relativo tasso di sviluppo risulta pari a -0,68%, leggermente migliore di quello regionale (-0,74%), ma peggiore del totale Italia (-0,50%).

Per ciò che riguarda il confronto tendenziale delle imprese registrate, si attenua l’andamento negativo, che si ferma al -0,5%, pari a -395 imprese rispetto al 31 marzo 2019. La variazione annuale regionale risulta leggermente peggiore (-0,6%), mentre nel totale Italia la riduzione è minore (-0,2%).

Esaminando le diverse caratteristiche delle imprese, continua il trend in ascesa delle imprese con maggioranza dei soci stranieri (+3,0%), mentre calano tutti gli altri tipi di imprese: le imprese giovanili perdono il 2,3%, quelle artigiane l’1,3%, infine pressoché stabili le femminili (-0,1%).

L’andamento del numero delle imprese attive (cioè quelle che hanno dichiarato l’effettivo inizio di attività) è peggiore di quelle registrate, perdendo lo 0,8%. Quasi tutte le forme giuridiche sono in diminuzione: le società di persone scendono del 3,4%, le ditte individuali dell’1,5% e le “altre forme giuridiche” del 2,9%, mentre continua il trend positivo per le società di capitali (+2,6%) anche se attenuato.

Quasi tutti i macrosettori mostrano variazioni tendenziali negative nel numero di imprese attive, più marcate in agricoltura (-1,9%) e nell’industria manifatturiera (-1,8%); anche il terziario risulta in complesso negativo (-0,6%), mentre si mantengono positive le costruzioni (+0,5%).

Nel dettaglio della manifattura, il calo maggiore si rileva nella produzione di mezzi di trasporto (-4,5%), seguiti dall’industria del legno (-4,2%) e dal tessile abbigliamento (-3,9%). Rimangono positivi ‘riparazione e manutenzione’ (+1,6%), ‘fabbricazione di articoli in gomma e materie plastiche’ (+1,6%) e ‘industria chimica e farmaceutica’ (+1,0%).

Il terziario è trascinato in territorio negativo dal ‘trasporto e magazzinaggio’ (-3,1%) e dal commercio (-2,4%), per il resto tutti gli altri settori rimangono positivi, soprattutto nelle ‘attività finanziarie e assicurative’ (+3,9%), nella sanità e assistenza sociale (+2,6%) e nei ‘servizi di informazione e comunicazione’ (+1,6%).

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