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Strade fatte con materiali inquinanti, la politica vuole vederci chiaro

da | Feb 27, 2019 | | 0 commenti

BOMPORTO, BASTIGLIA, CARPI, CAVEZZO, FINALE, MEDOLLA, MIRANDOLA, SAN FELICE, SAN PROSPERO –  Nelle strade di tredici comuni nel modenese e di sei nel mantovano i carabinieri forestali hanno trovato nel “Concrete green” con cui sarebbero stati realizzati piazzali e strade interpoderali quantità di sostanze nocive, come nichel, piombo e cloruro, ben al di sopra della soglia di legge. La notizia che nella Bassa e nella provincia di Modena ci siano strade realizzate con materiali inquinanti provoca la mossa della politica che vuole vederci chiaro su quanto è accaduato.

Dal gruppo consigliare di Forza Italia a Modena la richiesta di chiarimenti arriva tramite una lettera aperta mandata al sindaco.  

Oggetto: Lettera aperta al sindaco di Modena Giancarlo Muzzarelli su indagine Dda sull’inquinamento del sottosuolo e sul caso della rotatoria provvisoria di via Emilia Est: servono carotaggi

Caro sindaco,

il tema dell’inquinamento del sottosuolo modenese, provocato dal materiale pericoloso utilizzato per realizzare strade e infrastrutture pubbliche, si ripropone drammaticamente alla luce della recente indagine della Direzione distrettuale antimafia di Venezia. In base alle indagini il materiale usato, anche in alcuni cantieri nella nostra città, conteneva quantità di agenti inquinanti (come nichel, cromo, piombo) di gran lunga superiori al consentito. Alla luce di questa drammatica scoperta i cittadini modenesi vorrebbero innanzitutto sapere quali sono i cantieri che hanno utilizzato il materiale prodotto dai tre imprenditori imputati e, in secondo luogo, crediamo sia tempo di fare luce in modo completo e senza alcuna remora su un caso particolare, che già ho sollevato più volte in Consiglio comunale, emblematico di un modello distorto di fare impresa e di sviluppo del territorio. 

Mi riferisco alla rotatoria provvisoria di via Emilia Est contenente amianto (parliamo di 17mila tonnellate di materiale fortemente inquinato), realizzata su un terreno agricolo. Un terreno che, in base agli accordi con Cmb (l’azienda che si occupò dei lavori) doveva essere completamente ripristinato e bonificato entro 5 anni a partire dal 2008. Così non è accaduto.

Ricordo anche che quel materiale ad alta concentrazione di amianto, come dichiarò l’allora assessore Gabriele Giacobazzi, venne trasportato, in subappalto per la Cmb, dalla tristemente nota Bianchini spa di San Felice, poi coinvolta e condannata in primo grado con i suoi titolari nel processo Aemilia per i fatti legati al sisma 2012.

Ora, allo stato dei fatti Cmb dovrebbe procedere a una bonifica al valore di oltre 800mila euro, intervento per il quale su invito del Pd, votato in Consiglio comunale, il Comune avrebbe dovuto anche fare una causa legale. A questo punto, signor sindaco, le chiedo in premessa se la causa a un anno di distanza è stata aperta, ma soprattutto, alla luce delle nuove indagini della Dda sul materiale inquinante e pericoloso utilizzato in tanti cantieri stradali anche a Modena, le chiedo di velocizzare e rendere pubblico il fascicolo della rotonda di via Emilia Est.

Servono carotaggi che accertino, numeri alla mano, il grado di inquinamento del terreno, la sua pericolosità per le falde e per le abitazioni limitrofe e, una volta ottenuti questi dati, tornare a pretendere da Cmb un intervento immediato.

Dal Movimento 5 Stelle:

“La Dda di Venezia ha scoperchiato un sistema inaccettabile da condannare con forza”. La Componente della Commissione Giustizia Stefania Ascari, i Senatori del MoVimento 5 Stelle Maria Laura Mantovani e Gabriele Lanzi intervengono in merito all’inchiesta “Concrete Green”, condotta dalla Direzione distrettuale antimafia veneta.

Sotto accusa tre imprenditori veronesi, che dovranno rispondere a vario titolo di trasporto e gestione illecita di rifiuti, ceneri pesanti, scorie, rifiuti misti di attività di costruzione e demolizione per realizzare conglomerato cementizio per rilevati stradali; ricerca dei clienti e cura di appalti con la vittoria assicurata; messa a disposizione dei terreni dove concentrare tali materiali. “Quanto emerge dall’attività investigativa è un sistema inaccettabile – rimarcano Ascari, Mantovani e Lanzi – che sarebbe stato perpetrato nelle province di Modena, Ferrara, Bologna, Mantova, Verona, Padova e Rovigo. Fa riflettere che sostanze nocive quali nichel, cromo e piombo fossero spacciate per ‘conglomerati ecologici certificati’ quando, secondo quanto emerso da due anni di indagini, di ecologico non avessero nulla. Ricordiamo che il MoVimento 5 Stelle denunciava tale sistema già nel giugno 2017 nei territori di Carpi, Finale, Formigine e San Felice, identificando ‘una bomba ecologica pronta ad esplodere’ nel Basso Veneto e in Emilia Romagna”.

Ascari pone l’attenzione su un aspetto non secondario. “Diversi dai Comuni interessati dall’inchiesta sia a Modena sia a Ferrara sono stati colpiti dal terremoto – proseguono i rappresentanti del MoVimento 5 Stelle – e avrebbero così riportato una doppia ferita. Ai danni causati dalle scosse sismiche si sommerebbero infatti, se il sistema fosse in effetti confermato, ai veleni nascosti nelle strade. Alcuni di essi sono ancora da identificare e ci auguriamo possano essere scoperti al più presto, avviando gli interventi necessari. Seguiremo da vicino gli sviluppi della vicenda giudiziaria con l’auspicio che i Comuni interessati possano fare rete e costituirsi parte civile per ottenere la massima chiarezza nel nome dei cittadini”.

 

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