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“La rinuncia al secondo lotto della Tirreno-Brennero serve solo per allungare la Cispadana”

da | Ott 1, 2015 | Infrastrutture | 0 commenti

La rinuncia al secondo lotto della Tirreno-Brennero (che la Regione considera “opera non più strategica”) e la sua successiva cancellazione dal piano delle infrastrutture, secondo Rifondazione Comunista, altro non è che un indizio della volontà di spingere ulteriormente sul progetto Cispadana. “Quando si spostano risorse dalla strada al ferro noi siamo contenti, ma non crediamo alla improvvisa conversione della giunta Bonaccini – scrivono i rappresentanti regionali di Rifondazione – perché se si rinuncia al secondo lotto della TiBre è solo per allungare la Cispadana. Non c’è altra spiegazione alla decisione della Regione Emilia-Romagna di stralciare dal piano delle infrastrutture strategiche da presentare al Governo solo il secondo lotto della TiBre e non l’intera tratta autostradale.
Se il secondo lotto della TiBre è funzionale a connettere il Parmense alla A22, a Nogarole Rocca, collegandosi anche alla Cremona-Mantova e attraversando Lombardia e Veneto, il mantenimento del primo lotto si spiega solo con l’idea di fare della Cispadana l’autostrada che dal Tirreno raggiunge l’Adriatico. Il primo lotto della TiBre, che collega Parma Nord con il nuovo casello di Sissa-Trecasali, è infatti un’arteria che finisce nel nulla e non si giustifica senza un collegamento con la futura autostrada Cispadana al casello di Reggiolo-Rolo, che si collegherebbe così alla Autostrada della Cisa, e quindi al Tirreno.
La forte mobilitazione di cittadini, movimenti e amministrazioni comunali ha certamente influito nella scelta della giunta regionale di stralciare il secondo lotto della TiBre, ma non vorremmo che fosse un tentativo di placare le protese con un “gioco delle tre carte”. Anche perché la TiBre è inserita nell’elenco delle opere strategiche di Lombardia e Veneto, che sono attraversate per un lungo tratta dalla nuova autostrada. Non ci stupiscono infatti le proteste della Lega Nord, che con il nuovo corso di Alan Fabbri ha sposato l’autostradaa Cispadana ed è sempre molto attenta a difendere gli interessi che stanno dietro alla costruzione delle grandi opere. Peccato che la Lega e Pd dimenticano che il primo lotto del TiBre ha un costo pari a 513 milioni di euro, cioè 42 milioni per chilometro, che già oggi gli automobilisti pagano con un aumento del pedaggio del 7,5% all’anno dal 2011 al 2018, e che prima ancora della sua realizzazione è già una delle autostrade più care d’Italia. Rifondazione Comunista si è sempre battuta contro la grande rete autostradale che la Regione porta avanti attraverso la realizzazione di Cispadana, Bretella Campogalliano-Sassuolo, TiBre e Passante Nord (e molto probabilmente anche il tratto autostradale della Romea da Porto Garibaldi a Ravenna), e crederemo alla conversione della giunta Bonaccini alla mobilità sostenibile solo quando tutte queste opere, che servono solo a foraggiare i cementificatori e non risolvono il problema del traffico locale, saranno cancellate interamente”.

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