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I Cinque Stelle di Mirandola: “Ma quale scandalo”

da | Mag 16, 2014 | In Primo Piano, Amm. Mirandola, Elezioni | 1 commento

Il Movimento Cinque Stelle di Mirandola replica al deputato del Partito Democratico Davide Baruffi  che rivendicava “I lavoratori vanno pagati e i contributi versati”, rispetto quel che è accaduto con una candidatura del gruppo mirandolese. Ecco il testo della nota che ci è arrivata in redazione.

“Davide Baruffi, nomen omen, già segretario del Partito Democratico provinciale, si prodiga a sollevare uno scandalo che di fatto non esiste.

È vero che abbiamo in lista una candidata che, in qualità di amministratrice unica di una società in liquidazione, ha subìto una condanna in primo grado di giudizio a pagare i contributi ad un collaboratore; è altresì vero che si tratta di una situazione imbarazzanteper noi del M5S che abbiamo tra le nostre battaglie la trasparenza e la correttezza nei rapporti di lavoro. Tuttavia, sarebbe quantomeno ridicolo farsi dare lezioni da Baruffi che è in Parlamento per miracolo, sconfitto persino alle primarie del suo partito…un partito dove inquisiti e  condannati per reati contro la pubblica amministrazione non mancano (da Caldana a Modena fino a Genovese che gli siede accanto alla Camera), la stessa forza politica che sostiene il tanto contestato decreto lavoro di Poletti.

Ciò nondimeno, non intendiamo sottrarci alla responsabilità, anzi ringraziamo per la solerte segnalazione il giornale online Sul Panaro.net (una solerzia peraltro senza precedenti se pensiamo ai tanti scandali taciuti che riguardavano altre forze politiche).

Per essere candidati con il M5S è necessaria l’assenza di condanne penali, condizione che l’interessata tuttora ha. Né al sottoscritto, candidato sindaco, né al gruppo comunale del MoVimento, questa condanna amministrativa era nota.

Prendiamo atto della decisione della nostra candidata di fare un passo indietro volontariamente, perché in tema di diritti non vogliamo certo prestare il fianco a speculatori, falsi moralisti, arrivisti, insomma alle baruffe sul nulla.

L’arrampicarsi sugli specchi, inventando scandali inconsistenti di fronte alla grave responsabilità di un paese portato allo sfascio da una inesistente e corrotta classe politica di cui Baruffi è oggettivamente parte (il bue che dà del cornuto all’asino), è per noi un segno di buon auspicio: la fine di un’epoca che non ha più nulla da dare (o meglio, da prendere) e da dire.

A distanza di un paio di giorni da questa pretestuosa querelle siamo felici di aver ricevuto più attestati di stima che critiche. Tutti noi siamo disponibili a fare un passo indietro consapevoli che dietro ognuno di noi ce ne sono altri mille: uno vale uno.

Non abbiamo paura”.

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