Benvenuti nell’archivio di sulpanaro.net
Qui sono disponibili tutti gli articoli pubblicati del nostro quotidiano dal 1/1/2015 al 30/6/2020
Tutti gli articoli successivi al 30/6/2020 sono disponibili direttamente sul nostro quotidiano sulpanaro.net

Biomasse a Finale Emilia, per Enel è un caso che fa scuola

da | Giu 27, 2014 | In Primo Piano, Finale Emilia, Approfondimenti | 0 commenti

“Le biomasse a filiera corta di Enel Green Power: il case history di Finale Emilia”: questo è il titolo di una news apparsa l’altro giorno, giovedì 25 giugno 2014, sul sito ufficiale di Enel.
Il sottotitolo, “La centrale nata dalla riconversione dello zuccherificio dell’omonimo territorio è un esempio di nuovo modello energetico basato sul recupero di aree agricole marginali” spiega di cosa parlerà l’articolo.

finale_biomasse

Leggiamo insieme il testo: “La produzione di energia da biomasse rappresenta una delle direttrici di crescita per Enel Green Power in Italia. All’interno di questo mercato, la società del gruppo Enel dedicata alle rinnovabili segue un’importante linea di sviluppo: la riconversione dei bacini saccarifero-bieticoli dismessi in seguito alla riforma europea del mercato dello zucchero del 2006, che ha introdotto la possibilità di modificare la natura dell’impianto da zuccherificio a biomassa. EGP partecipa a tutta la filiera di riconversione degli zuccherifici attraverso il 50% delle quote di Powercrop, joint venture con Seci Energia, e con la centrale di Finale Emilia. A illustrare questo case history è Stefano Fratini, Responsabile Ingegneria Biomasse di Enel Green Power e project manager dell’impianto di Finale Emilia.

“La centrale nasce nell’area dell’ex zuccherificio di Finale Emilia. Si tratta di un progetto  che vedrà la riconversione all’uso energetico di circa 5.000 ettari di terreno, in precedenza adibiti alla coltivazione di barbabietola. Il nostro socio in questa iniziativa è COPROB, che garantirà l’approvvigionamento di biomassa. L’impianto brucerà prevalentemente sorgo, che è una coltura dedicata introdotta da COPROB sul territorio, e in percentuale minore pioppo, residui agricoli e forestali”.

“Enel Green Power – prosegue Fratini – sviluppa solo progetti a filiera corta che si sviluppano, in base al Decreto ministeriale del 18 dicembre 2008, entro un raggio di 70 km dall’impianto al fine di minimizzare l’impatto ambientale derivante dal trasporto. Senza un rapporto diretto con il tessuto agricolo circostante sarebbe impossibile pensare di far crescere un impianto a biomassa. In questo senso, per le opportunità di sviluppo economico che è in grado di generare, la centrale di Finale Emilia può essere considerata come una sorta di hub per le aziende del territorio”.

Insomma, a quanto pare qui nessuno vuole fare marcia indietro rispetto al progetto di riconversione dello zuccherificio, nonostante ci sia una dura presa di posizione contraria da parte di alcuni gruppi di cittadini e anche esperti abbiano posto domande sull’effettiva sostenibilità delle entrate della centrale in termini di recuperabilità nel raggio dell’area circostante.

Enel, insomma, va avanti, e Finale Emilia diventa un “case history” che a quanto pare è destinato a fare scuola.

Condividi su: