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“Le sagre faranno chiudere 1500 ristoranti”, il timore di Confesercenti

da | Ott 26, 2014 | Economia, Feste e sagre | 0 commenti

Sagre, fiere, hobbisti: tutta concorrenza a volte sleale che rischia di fare chiudere più di 1500 esercizi, dopo che già da gennaio a oggi in tutta la regione sono scomparse oltre 2000 attività di ristorazione. E’ il quadro fatto nel corso dell’assemblea annuale della Confesercenti Emilia Romagna dove è stata presentata anche un’indagine c sulle ricadute dell’abusivismo commerciale, della contraffazione e dei regimi agevolati nel territorio.

I dati sono chiari: non solo la mortalità delle imprese che chiudono ha raggiunto numeri impressionanti, ma è la riduzione del numero di quelle nuove che sottolinea la mancanza di fiducia e di futuro. Nei primi otto mesi del 2014, nel solo settore commerciale al dettaglio in Emilia Romagna hanno già chiuso i battenti 2006 negozi, mentre le nuove attività sono state solamente 880; non diversa la situazione delle imprese ricettive e dei pubblici esercizi: 1294 chiusure a fronte di 643 nuove aperture.

“Su questi dati pesano enormemente anche l’abusivismo, l’illegalità diffusa e le attività a “regime agevolato” (es. sagre, fiere, mercati degli hobbisti, del riuso, circoli privati e agriturismi) che pur essendo regolarmente autorizzate godono di regimi fiscali e regolamentari agevolati e negli ultimi anni si sono moltiplicate in modo incontrollato: 1500 imprese sono a rischio chiusura solo a causa di quest’ultima anomala concorrenza, che sottrae alle imprese del commercio e della ristorazione ben 334 milioni di euro cui vanno aggiunti altri 500 milioni di fatturato annuo generato da abusivismo e attività illegali”, spiegano i commercianti, che chiedono al Governo della prossima legislatura un nuovo “Patto” tra Regioni e Parti sociali che garantisca:

  • accesso più semplice ai Fondi europei e agli incentivi regionali per le micro e piccole imprese del nostro settore,
  • agevolazioni per l’accesso al credito e rafforzati i Confidi,
  • misure di semplificazione amministrativa,
  • abbassamento della pressione fiscale ivi compresa quella locale (es. TARI, IMU e addizionali),
  • revisione della normativa urbanistica commerciale e un’attenzione forte ai temi della mobilità e dei trasporti.

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