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Crisi, i commercianti fanno appello a Regione e Comuni per nuovi aiuti

da | Dic 27, 2014 | Economia | 0 commenti

Si chiude un altro anno di difficoltà per il terziario modenese. Si stima che il 2014 andrà in archivio con oltre 1.500 piccole e piccolissime imprese che avranno cessato l’attività, mentre saranno quasi 1.000 le nuove aperture. “Resta notevole il divario tra nate e cessate – commenta Confesercenti Modena – anche se risultano in lieve aumento rispetto allo scorso anno, le attività aperte. Nessun facile ottimismo, quanto piuttosto realismo: la situazione è ben lungi dall’essersi risolta, ma c’è stato chi tra le pieghe della crisi, investendo in innovazione, ha saputo cogliere anche opportunità che hanno permesso crescita e consolidamento di posizioni. Segnali che potrebbero essere il presupposto di un’iniziale inversione di tendenza per il territorio modenese, e che per questa ragione meriterebbero pieno sostegno anche dalle Istituzioni pubbliche, locali e la Regione, in termini di risorse e progetti”.

Lo scenario: prospettive di rinascita per il servizio di vicinato ‘alimentare’; crescita dei servizi e dell’e-commerce La crisi del mercato interno, secondo le stime dell’Osservatorio Economico Nazionale di Confesercenti, pare essere in fase di esaurimento, ma sarà difficile tornare rapidamente ai livelli di consumi delle famiglie precedenti al 2008: tra il 2015 e il 2017 i consumi finali nazionali dovrebbero salire dell’1,8%, contro il calo registrato, tra il 2012 e il 2014, del 5,8%. Alcuni dei mutamenti intervenuti durante la fase peggiore della recessione sembrano essere ormai strutturali: è il caso della spesa degli italiani, che si indirizzerà sempre di più a servizi e ad acquisti via web. Soprattutto per quanto riguarda l’e-commerce: nell’ipotesi di mantenimento dei trend recenti, si stima che nel 2017 la maggioranza dei navigatori web farà acquisti di prodotti e/o servizi online. Il boom del web non spazzerà via però il commercio tradizionale: se gli esercizi non specializzati crolleranno, per i negozi alimentari con la giusta dose di innovazione ed attenzione al cliente potrebbe profilarsi una vera e propria rinascita.

Commercio Dopo tre anni di saldi negativi, nel prossimo biennio le imprese del commercio al dettaglio potrebbero tornare ad aumentare. Si stima che nel 2017 a livello nazionale saranno oltre 4.500 in più rispetto quest’anno. La crescita non sarà però omogenea. Aumenteranno soprattutto le forme di commercio alternative al negozio tradizionale: come gli ambulanti – se ne stimano entro il 2017 oltre 11mila in più rispetto ad oggi; bene anche le imprese attive nel commercio al di fuori di negozi, banchi e mercati, dove ci spetta più di 4.800 attività. Una crescita, minore, investirà poi il settore del commercio alimentare: con oltre 1300 imprese in più, rispetto adesso. Destinata purtroppo ad aggravarsi la situazione per non specializzati e alcuni settori specializzati in prodotti per uso domestico, abbigliamento e calzature: in ambito nazionale si calcola oltre 6000mila imprese in meno.

Turismo Più favorevoli le previsioni per il turismo: i dati profilano una crescita complessiva da oggi al 2017, di quasi 28 mila unità corrispondenti a una variazione del +2,2%. In particolare le previsioni appaiono positive per la somministrazione, sia in termini assoluti (+25 mila unità) sia relativi (+2,2%). Buone anche quelle relative alla ricettività: +2.700 unità per un incremento ipotizzabile dell’1,8%.

“Nonostante i rischi di ricaduta, la fase peggiore della crisi dovrebbe, condizionale d’obbligo,  essere superata – spiega Confesercenti facendo riferimento alle previsioni, elaborate sulla base dell’analisi degli andamenti recenti dell’osservatorio di Confesercenti Italia che suggeriscono per i prossimi due anni uno scenario di progressivo, seppur lento, ‘ripopolamento delle imprese’ – A sopravvivere, però, saranno solo le imprese come sta avvenendo anche sul nostro territorio, che sapranno cogliere i mutamenti del mercato. L’influenza dell’ICT sui settori da noi rappresentati, ormai, non può più essere negata. Non potranno esistere, nel prossimo futuro, imprese che non utilizzeranno le opportunità che il web può offrire. L’ondata di innovazione andrà integrata col servizio offerto, così da costruire un nuovo rapporto col consumatore. In questo modo si inizierà a porre le basi per una rinascita delle piccole imprese del commercio, dei servizi e del turismo. Gli imprenditori, però dovranno avere requisiti culturali e conoscitivi adeguati. La formazione rappresenta quindi una delle chiavi di volta per generare quel tipo di cultura avanzata in grado di mettere in moto il cambiamento. Ma avanzata dovrà essere anche la preparazione delle Istituzioni pubbliche a riguardo: Amministrazione Regionale e Locale dovranno impegnarsi a sostenere, con progetti e risorse da destinare allo sviluppo dell’innovazione, anche le imprese che costituiscono l’articolato reticolo del terziario sul territorio. Con l’obiettivo di introdurre modelli culturali moderni e così contribuire a creare una classe di imprenditori in grado di rispondere alle sfide che pone già ora il mercato, facendo leva su qualità del servizio e innovazione”.

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