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Uccidere le nutrie, Muzzarelli invoca di velocizzare la burocrazia

da | Dic 13, 2014 | Agricoltura, Alluvione, Ultime news | 0 commenti

Le nutrie non sono più specie protetta da tempo, e a Carpi il sindaco aveva deciso che non solo i cacciatori, ma anche gli agricoltori in possesso di porto d’armi fossero autorizzati a sparare alle nutrie nel perimetro della loro azienda. Neanche il tempo di applicare in concreto la novità, che il Prefetto ha stoppato tutto e il sindaco ha dovuto revocare l’ordinanza. Nel frattempo l’Unione dei Comuni, l’Anci, ha redatto una ordinanza-tipo i destinata a tutti i Comuni sulla gestione dei piani di controllo delle nutrie.

L’ordinanza intendeva chiarire le modalità di gestione a seguito dell’entrata in vigore della legge che classifica le nutrie alla pari di topi, ratti e talpe (sui quali è competente il Comune nell’ambito della tutela igienico-sanitaria)  mentre in precedenza, essendo considerate animali selvatici, erano sottoposte alle normativa sull’attività venatoria di competenza della Provincia. Ma su questo la Prefettura di Modena ha sollevato problemi di inapplicabilità.

Così il presidente della provincia Giancarlo Muzzarelli ha preso carta e penna e dettato all’ufficio stampa: «Non possiamo permetterci che la burocrazia intralci l’attività di controllo delle nutrie. Occorre trovare una soluzione al più presto per superare questa fase di incertezza sull’applicazione delle nuove norme».

La Provincia – precisa  Muzzarelli, annunciando una lettera sul problema al Prefetto – «continuerà a coordinare questa attività anche tramite una convenzione con i Comuni, occorre però perfezionare gli atti che i Comuni devono adottare per consentire gli abbattimenti».

Per Muzzarelli è vero che «la legge consegna agli enti locali uno strumento in più per rendere ancora più efficace l’attività di tutela dei nostri argini minacciati dalla proliferazione di questa specie, però occorre renderla pienamente operativa».

“Da alcuni anni – si legge in una nota dell’ente – la Provincia ha messo a punto un piano straordinario di controllo sui corsi d’acqua: in sei anni sono state abbattuti circa 51 mila esemplari.

Le nutrie sono dannose per gli argini non solo a causa delle tane ma anche perché distruggono in profondità la vegetazione contribuendo a rendere le rive meno stabili e più facilmente soggette a frane”.

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