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Zona franca urbana, si mobilitano i Comuni per i quali è limitata solo ai centri storici

da | Giu 21, 2015 | In Primo Piano, Mirandola, Concordia, Cavezzo, San Possidonio, Novi, speciale terremoto | 0 commenti

Fa discutere la perimetrazione del recente decreto sulle Zone Franche Urbane, che di fatto allo stato dell’arte sarebbe limitata ai centri storici per quanto riguarda i comuni terremotati che non sono stati interessati anche dall’alluvione 2014: per quanto riguarda il modenese, si tratta di Cavezzo, Concordia, Mirandola, Novi e San Possidonio. Infatti, all’articolo 15 del decreto si legge che “la perimetrazione della zona franca è la seguente: comuni di Bastiglia, Bomporto, Camposanto, Medolla, San Prospero, San Felice sul Panaro, Finale Emilia, comune di Modena limitatamente alle frazioni di La Rocca, San Matteo, Navicello, Albareto e i centri storici dei comuni con zone rosse: Cavezzo, Concordia sulla Secchia, Mirandola, Novi di Modena, San Possidonio, Crevalcore, Poggio Renatico e Sant’Agostino”. Nei comuni che si trovano a dover far fronte a questa limitazione sta iniziando la mobilitazione affinché le amministrazioni chiedano l’estensione della ZFU anche al resto delle aree comunali, anche perché la situazione creerebbe scompensi e malcontenti.

A Cavezzo, settimana scorsa il gruppo consiliare Rinascita cavezzese ha presentato una mozione in cui nota come “la misura attualmente varata riguarderebbe solamente il ‘centro storico’ di Cavezzo e non l’intero territorio comunale, e che così restando, al di là delle difficoltà interpretative che la definizione ‘centro storico’ per Cavezzo pone da un punto di vista toponomastico, solo una parte delle microimprese cavezzese potrebbe godere delle misure collegate all’istituzione della ZFU, peraltro concessa attualmente per soli due anni (altre zone
disagiate in Italia hanno beneficiato dalla ZFU fino a 14 anni totali), con conseguente disparità di trattamento rispetto alla totalità di microimprese cavezzesi gravemente danneggiate dal sisma e dalle conseguenti variazioni in negativo relative all’attrattività economica complessiva della nostra zona” e, al termine della mozione, scrive che “il Consiglio Comunale di Cavezzo impegna il Sindaco e la Giunta a:
1. Attivarsi prontamente in piena collaborazione con le associazioni di categoria presenti sul territorio per quantificare l’importo necessario a coprire l’allargamento delle misure previste dall’istituzione della ZFU a tutto il territorio comunale di Cavezzo;
2. Attivarsi presso le microimprese attualmente residenti in strutture provvisorie presenti in tutto il territorio cavezzese per quantificare l’importo necessario a coprire le spese di smantellamento o ricollocamento delle strutture;
3. Attivarsi tramite la Regione Emilia Romagna presso il Ministero dell’Economia e delle Finanze per ottenere copertura della ZFU a tutto il territorio comunale di Cavezzo e
delle spese previste per lo smantellamento o il ricollocamento delle strutture provvisore utilizzate dalle microimprese cavezzesi per la propria delocalizzazione, in base alle quantificazioni sopra citate
4. In caso di esito completamente o parzialmente negativo da parte della Regione e/o del Ministero, aprire un tavolo di confronto con le associazioni di categoria e altriportatori di interesse singoli e organizzati presenti sul territorio comunale per individuare eventuali altre soluzioni in integrazione o in sostituzione delle coperture mancanti”.

Anche a Novi i consiglieri di Progetto Comune Novi, Fabbri e Fiorentini, in un ordine del giorno scrivono che “l’estensione dei centri abitati delle frazioni del comune non è di molto maggiore all’estensione del solo centro storico, l’applicazione di una tale norma a favore delle sole attività residenti nei centri storici comporterebbe un gravissimo danno per tutte quelle che, essendo fuori dal centro, non possono beneficiare degli incentivi derivanti dal decreto legge”. I consiglieri chiedono così, come a Cavezzo, che “il Consiglio impegni il sindaco, l’assessore alle attività produttive e tutta la giunta ad intervenire in modo formale nei confronti del presidente della Regione e del Governo affinchè la zona franca urbana sia estesa all’intero territorio comunale per tutti i comuni del cratere con popolazione inferiore ai 15mila abitanti, incluso quindi il comune di Novi”.

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