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“Comunicare cantando”, storia di un memorabile progetto riabilitativo a Mirandola

da | Lug 13, 2015 | Mirandola, Salute | 0 commenti

Lo scorso 13 maggio si è concluso, con un piccolo saggio, un progetto sperimentale nato da un’idea della logopedista della medicina riabilitativa dell’ospedale di Mirandola e finanziato dalla Cassa di Risparmio di Mirandola che ha coinvolto utenti con vari handicap. “Comunicare cantando”, ecco il racconto dell’esperienza della dott.ssa Sara Roncadi, logopedista della Medicina Riabilitativa dell’Ospedale di Mirandola.

I partecipanti al progetto

I partecipanti al progetto

Da tempo è verificato che un soggetto afasico, anche se parla con molte difficoltà, riesce a comunicare molto più facilmente attraverso il canto e la musica. Esistono già diverse esperienze di ‘cori’ di questo tipo sparsi in Italia, perché non crearlo anche a Mirandola?
E’ così che è nato il coro “Come è bello cantar” formato da utenti con disturbi del linguaggio, afasici, disartrici, ipofonici e traumatizzati cranici che hanno spostato la “sede” della riabilitazione dall’ambulatorio di logopedia della Medicina Riabilitativa dell’Ospedale di Mirandola all’aula della Scuola di Musica G. Andreoli. E’ nato così, grazie alla preziosa collaborazione con Mirco Besutti e la scuola, questo progetto sperimentale, conclusosi nel mese di maggio con un piccolo saggio, il giorno 13, presso l’Auditorium Rita Levi Montalcini.
Ogni venerdì mattina per circa un’ora, accompagnati dalla bravura e dalla competenza del maestro Gianni Giucciardi, abbiamo intrapreso questo cammino di grandi sorrisi, relazioni, amicizia creando un piccolo repertorio musicale e componendo anche la canzone che dà il titolo al coro. Ognuno, a suo modo, propone e dice la sua, contesta, rifiuta o racconta.
Tante cose potrei dire di questa esperienza che mi ha lasciato edista “senza parole” in diverse occasioni, ma preferisco usare i pensieri dei coristi: “La mia esperienza nel coro è stata molto positiva – racconta Debra – e trovo che sia il modo per farci sentire tutti uguali. Ho conosciuto persone nuove che come me hanno disabilità comunicative e a volte motorie, ma insieme non ci siamo sentiti diversi, ma forti nel raggiungere un traguardo, dimostrando che, volendo, si possono abbattere le barriere mentali. Ringrazio Sara, che ha creduto in noi, il maestro Gianni che ci ha accompagnato e per ultimo, ma non ultimo, il dott. Mazzoleni, sperando che questo progetto continui nel tempo…”. “Un’esperienza molto positiva”, dice Giovanna, e per Antonietta… “non è giusto che finisca oggi!”. Daniela, operatrice Asp: “Per me è stata una bellissima esperienza. Inizialmente i ‘cantanti’ erano un po’ timidi, ma piano piano si sono lasciati andare, creando un clima familiare….da rifare assolutamente!! Grazie a Sara e al mitico maestro Gianni”.

 

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