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“Rime sotto la luna”, la poesia protagonista ad Alberone

da | Lug 14, 2015 | Altri Comuni | 0 commenti

Sabato ad Alberone si è tenuta la serata finale del Premio Letterario Nazionale “Rime sotto la Luna”. Grazie alla gentile concessione da parte della parrocchia del Parco della Rimembranza attiguo al campanile. La Compagnia Grande albero, la Compagnia Tetro Ribelle e la partecipazione di Artinsieme, hanno dato vita ad una serata dedicata ad una bistrattata forma di espressione artistica, la Poesia, che ancora regala poetiche emozioni e che, come sostiene il vincitore di questa edizione Stefano Caranti, dovrebbe entrare nelle corde dei più giovani, poiché della poesia si è cominciato a dimenticarsi a partire dalla scuola, per cercare di superare questo egli è attivo, con un progetto di poesia visiva e sonora rivolto ai giovani, nelle piazze e nelle sagre con musica ed immagini.
Eccone un resoconto nelle parole di Francesco Mandrino.

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Certo Alberone non è Firenze e le sacrestie non sono mai state un ricettacolo di poeti, tuttavia le poesie selezionate, lette da vari membri della giuria e da attori dell’associazione, mi sono sembrate di buon livello. I riconoscimenti sono stati consegnati nelle mani dei vincitori: 1° Stefano Caranti, 2° Stefano Baldinu (Escalus); 3° ex aequo Floredana De Felicibus (Floridea); 3° ex aequo Andrea Calzati.

Sono state lette anche le poesie selezionate, nonostante gli autori fossero assenti. Non tutti sanno che la classifica finale di un premio di poesia è soggetta ad infinite variabili che vanno dalle condizioni atmosferiche ai rapporti famigliari dei giurati nelle ore immediatamente precedenti la riunione della giuria, per questo, far parte della rosa dei selezionati significa di fatto essere allo stesso livello dei vincitori, poi siccome non si tratta di una rassegna è necessario avere una classifica. Invece spesso chi partecipa ad un concorso e non condivide il responso della giuria si risente di essere stato escluso dalla rosa dei vincitori e non si presenta alla premiazione. Per cui gli organizzatori non se ne abbiano della loro assenza. Molti ci diciamo poeti, qualcuno forse lo è.

Durante la manifestazione sono state lette anche le poesie degli autori locali, tutti presenti, escluse dalla selezione, ed io proprio per questi lavori voglio spendere qualche riga, approfittando, senza falsa modestia, dell’esperienza che mi viene da quarantacinque anni di lavoro con le parole. Si tratta indubbiamente di lavori che mostrano spesso la semplicità delle parole quotidiane, che pongono l’accento sul vissuto nell’immediato, e tuttavia vi ho riconosciuto richiami e rimandi interessanti quanto inaspettati, caratteristiche le quali possono dire qualcosa sulla sensibilità di tali persone: innanzitutto il tentativo di affascinare l’uditore gestendo le rime e le assonanze in un modo che mi ha ricordato La pioggia nel pineto, poi l’atmosfera pacata e un po’ dimessa di Rio Bo, qualche richiamo più letterario come a Veder l’erba dalla parte delle radici, ed infine un’ironia arguta e bambinesca alla moda di Gianni Rodari.

Il Parco della Rimembranza, a fianco delle transenne di così poco gradevole rimembro, ha ospitato un dignitoso parterre di cui mi è piaciuto far parte, come a tutto l’insieme al quale ho voluto riconoscere un sostegno alla teoria per cui fra la poesiola del bimbo per il compleanno della mamma e certi inarrivabili versi di Giacomo Leopardi vi sia una scala, una lunga scala di piccoli gradini, una scala lunghissima che pure è possibile percorrere.

(Francesco Mandrino)

LA FOTOGALLERY (immagini di Patrizia Baraldini e Luigi Golinelli)

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