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“Siamo tutti greci (specie nella Bassa terremotata)”: l’amara riflessione di Sisma.12

da | Lug 5, 2015 | Editoriale | 1 commento

Oggi gli occhi di tutto il mondo sono puntati sulla Grecia, in attesa dell’esito del referendum odierno  sulle recenti proposte dei creditori internazionali per affrontare la crisi economica, referendum il cui risultato avrà inevitabilmente ripercussioni sia sull’economia greca che su quella europea ed internazionale. Nel merito, ma allargando i confini del tema anche all’immagine percepita dei terremotati della nostra Bassa, il comitato Sisma.12 ha pubblicato una riflessione amara ma che, indipendentemente da come la si pensi e dai vari punti i vista, merita di essere ospitata anche su queste pagine per la sua lucidità. Eccone il testo integrale:

“Sarà certo una affermazione difficile da digerire per alcuni, ma le cronache di questi giorni mostrano chiaramentequanto il rapporto cittadino – potere si riproponga sempre e ovunque con gli stessi canoni.
Nella distorsione della verità, per cui i greci diventano un popolo di gaudenti “cicale” mentre i terremotati si trovano appiccicata addosso l’etichetta di furbetti approfittatori; tutta gente buona, al massimo, per proporre il “caso umano” in tv.
Nel rigore della applicazione di regole a senso unico, dove la parte più debole ha solo doveri pressanti mentre quelli che le regole le scrivono possono tranquillamente ignorarle.
Nella minaccia, più o meno concreta, di ritorsioni personali o collettive, chiaramente percepibile in quel “sussurrare” che non diventa quasi mai una aperta denuncia di qualcosa che non va.
Nel fastidio di doversi confrontare con il parere dei cittadini, sia che si tratti di un referendum di importanza epocale o di una ordinanza commissariale da pochi spiccioli, e nella conseguente ricerca di tutti i modi possibili per evitare questo confronto.
Nella poca voglia, questa volta da parte di molti cittadini, di smetterla di vivere sotto tutela ed assumersi in prima persona la responsabilità di diventare adulti e decidere della propria vita.
Per tutto questo, vada come vada il referenum in Grecia domenica prossima, c’è da riconoscere a Tsipras e al suo governo  il merito di aver lasciato ai propri cittadini la possibiltà, e la responsabilità, di decidere in prima persona, ridando un senso alla parola democrazia.
Poi… superfluo chiederci da che parte stiamo”.

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