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Ospedale di Mirandola, Bonaccini: “Ora ha tanti nuovi punti di forza”

da | Ott 13, 2015 | Mirandola | 0 commenti

«La qualificazione post sisma dell’ospedale di Mirandola procede, come dimostra l’apertura del nuovo reparto di Ostetricia e Ginecologia». È quanto puntualizza in un comunicato stampa il presidente della Regione, Stefano Bonaccini, anche alla luce del percorso partecipativo avviato dal Comune di Mirandola, che sta coinvolgendo operatori sanitari, associazioni e cittadini, fornendo importanti stimoli per il futuro del “Santa Maria Bianca”.
«Dal percorso – prosegue Bonaccini – sono emersi i punti di forza di questo ospedale ma anche alcune criticità, alle quali intendiamo dare risposte puntuali ed efficaci, per un ospedale che guardi al futuro e non al passato. Per noi – afferma il Presidente – l’ospedale di Mirandola va qualificato perché rappresenta il riferimento indispensabile per un ampio bacino di persone. Occorre innanzitutto ridurre i tempi delle liste d’attesa, un fenomeno che non riguarda soltanto Mirandola, ma per il quale la Giunta regionale ha intrapreso azioni importanti, che stanno dando i primi risultati positivi. Nello specifico del “Santa Maria Bianca”, la strada per ridurre i tempi delle prestazioni passa attraverso il funzionamento a pieno regime della Chirurgia, l’ulteriore specializzazione di Ortopedia e la garanzia del personale necessario in modo continuativo».
Per Bonaccini occorre, inoltre, migliorare i percorsi dei pazienti prima e dopo il ricovero, attraverso un potenziamento del legame tra territorio e ospedale.
«Le risorse per finanziare e progettare i lavori della Casa della Salute, la Lungodegenza e la Riabilitazione ci sono. Ora occorre spingere l’acceleratore sulla strada fin qui intrapresa. Da un lato bisogna tenere assieme il completamento della ricostruzione post-sisma e la riorganizzazione dei servizi interni. Dall’altro occorre guardare ancora a più lungo termine, partendo da ciò che già avviene quotidianamente nel lavoro comune fra gli ospedali di Mirandola e Carpi, per rafforzare ulteriormente l’integrazione ospedaliera dell’area provinciale a nord del capoluogo».

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