“Dovevano essere chiusi entro il 2015, e invece – a tre anni e mezzo dal sisma d’Emilia – ancora 500 terremotati vivono nei container. L’ennesima promessa tradita. Di questo passo, al di là dei falsi proclami di Regione e governo, la ricostruzione impiegherà ancora dieci anni”. Così il capogruppo Lega Nord in Regione Emilia Romagna, ed ex sindaco del comune terremotato di Bondeno, Alan Fabbri, commentando i dati relativi ai residenti nei prefabbricati post sisma nei territori di Mirandola, San Felice, Cavezzo, Concordia, San Possidonio, Novi e Cento.
“La tabella di marcia illustrata dalla Regione prevedeva lo smantellamento dei Map entro il 2015: un termine che sarà violato, in barba agli annunci di Bonaccini e dell’assessore Costi”. “4.600 famiglie hanno passato il loro quarto Natale fuori casa. La ricostruzione è ferma al 25%, la burocrazia è asfissiante: di questo passo serviranno almeno altri 10 anni per veder ricostruito l’ultimo edificio privato. Bonaccini e l’assessore Costi si ostinano a dipingere un mondo che non c’è”.
“La realtà è l’opposto dei loro proclami. Molti centri storici sono ancora luoghi fantasma. I Comuni terremotati sono lasciati nell’incertezza più totale, e lo stato di emergenza si esaurirà nello spazio di un anno, con il rischio di tagli e di un brusco stop alle sospensioni rate mutui. C’è necessità di personale per seguire le pratiche di assegnazione di contributi e le verifiche dello stato di avanzamento lavori. Chiediamo considerazione: il fatto che il sisma sia sparito dal circuito mediatico non vuol dire che la ricostruzione sia un capitolo chiuso”.
“Le pseudo-zone franche sbandierate dal Pd non hanno avuto alcuna efficacia reale: i requisiti per accedere agli sgravi sono talmente stringenti da risultare pressoché inaccessibili. Nei confronti dei terremotati d’Emilia – da parte di Regione e Governo – c’è stata e continua ad esserci una
colpevole superficialità e leggerezza”.