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Agricoltura finalese in ginocchio, i coltivatori chiedono aiuto

da | Gen 25, 2016 | In Primo Piano, Finale Emilia, Agricoltura | 0 commenti

È un vero e proprio grido di aiuto alle istituzioni regionali quello che viene lanciato dai frutticultori finalesi.

Le conseguenze del terribile evento meteorologico del 5 settembre 2015 che ha colpito l’intero territorio comunale- quando il forte vento e la grandine, inusuale per quantità e dimensioni, distrussero buona parte degli impianti frutticoli oltre che delle strutture di prevenzione – rischiano di mettere in ginocchio diverse aziende agricole in modo irreversibile, spiega il Comune di Finale in un comunicato stampa

. In questi giorni alcune imprese stanno abbattendo ed espiantando i loro frutteti di pere, ma nonsanno ancora se potranno essere in grado di impiantarne dei nuovi. Un duro colpo per uno dei territori maggiormente impegnati nella produzione della pera IGP regionale.

I danni provocati da quell’evento sono stati molto più ingenti di quelli solitamente riconducibili alle semplici grandinate, così come ha accertato il servizio IdroMeteoClima dell’Arpa Emilia-Romagna che, dopo uno studio tecnico e statistico-storico, ha definito quella tempesta come un “evento raro”.

Se non arriveranno risposte dalla Regione – a cui le associazioni agricole Cia, Confagricoltura e Coldiretti, insiemeall’Amministrazione Comunale ed alle Cooperative Agricole Sistema Frutta, Ital-Frutta e Fruit Modena, hannochiesto un sollecito incontro – la pericoltura finalese pare destinata ad un forte ridimensionamento. «La Giunta Regionale ha delimitato l’area colpita dal disastro meteorologico attivando dei meccanismi previdenziali per i dipendenti del settore, bene… – spiega l’assessore alle Attività Produttive del Comune di Finale Emilia, Angelo d’Aiello – ma è accertato da tutti che le piante da frutto distrutte dalla grandine avranno, almeno per 2-3 anni, un serio problema di produzione, con evidenti conseguenze sul reddito degli agricoltori e delle loro famiglie: la mancanza di misure concrete per far fronte ai danni frenerà ogni possibile investimento, indebolendo inevitabilmente quella che era una delle eccellenze del territorio regionale».

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