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“Comune San Felice parte civile in Aemilia? Ci pensi la Regione”

da | Gen 23, 2016 | San Felice sul Panaro | 0 commenti

La consigliera regionale Giulia Gibertoni ha presentato una interrogazione per chiedere alla Giunta di mettere fine all’impasse che ha portato il Comune della Bassa a non costituirsi ancora parte civile nel processo Aemilia di Bologna. Nonostante le dichiarazioni di intenti.

 

“La Regione metta fine all’impasse che ha portato il Comune di San Felice a non costituirsi parte civile nel processo Aemilia e metta a disposizione i propri legali per completare l’iter. Su questo tema non sono più tollerabili ambiguità o altri indugi, perché non esistono vicoli ciechi dove non si vuole crearli”. È questa la proposta di Giulia Gibertoni, contenuta in una interrogazione presentata alla Giunta proprio sulla mancata costituzione di parte civile da parte del Comune di San Felice, amministrata dal sindaco Alberto Silvestri. “Contrariamente a quanto fatto dalla Regione e da altri Comuni, San Felice non è tra delle parti civili nell’ordinanza stilata nell’udienza preliminare del maxi-processo sulle infiltrazioni mafiose che si è svolta a Bologna lo scorso 4 novembre, per quale motivo? – aggiunge Giulia Gibertoni – Nonostante il Consiglio comunale avesse impegnato l’amministrazione a costituirsi parte civile, il sindaco Silvestri non l’ha mai fatto. O meglio si è giustificato sostenendo di averlo fatto ma a un analogo procedimento a Modena che, a suo avviso, varrebbe per trasposizione anche nel processo Aemilia”. In realtà quello di Modena è un procedimento totalmente distinto da quello che si sta svolgendo a Bologna e in più il Comune di San Felice si è costituito come parte civile ben oltre il termine del 28 ottobre previsto dalle normali procedure, ovvero il 9 novembre 2015. “Indugi, esitazioni, mezzi fatti. Eppure sarebbe bastato così poco. Senza contare – aggiunge Giulia Gibertoni – che il legale che avrebbe presentato questa richiesta, al processo Aemilia assiste proprio uno degli imputati. Anche non volendo entrare nel merito della valenza giuridica di questo particolare, crediamo di trovarci di fronte però a un cortocircuito politico a cui la Regione deve porre rimedio al più presto. Le indagini e il processo Aemilia stanno portando alla luce il magma delle infiltrazioni della ‘ndrangheta sul nostro territorio con arresti che hanno riguardato imprenditori e aziende a cui il Comune di San Felice ha conferito appalti pubblici per anni. Ecco perché chiediamo che la Giunta prenda in mano la situazione e metta a disposizione del Comune di San Felice i propri legali per avviare e concludere positivamente l’iter di costituzione di parte civile almeno nel dibattimento del processo che prenderà il via il 23 marzo a Reggio Emilia”. “Si tratta di garantire in termini operativi l’effettiva costituzione – per quanto parzialmente tardiva – del Comune di San Felice al dibattimento di Aemilia, precludendo così ogni ulteriore malinteso che potrebbe crearsi, non ultima la circostanza che attuali rappresentanti del Comune potrebbero coltivare un interesse opposto a quello di una ferma e decisa condanna degli imputati, nel timore magari che una condanna possa comportare indirettamente un danno di immagine a loro stessi, alla luce delle pregresse relazioni istituzionali (appalti)”. Nella sua interrogazione Giulia Gibertoni chiede alla Giunta anche se non ritenga opportuno far svolgere ai propri avvocati un ruolo di “coordinamento con i legali degli altri enti territoriali, al fine di dare riscontro ai suggerimenti e alle considerazioni esplicitate nella ordinanza del Gup Zavaglia, anche al fine di una azione più efficace in termini di tutela dell’antimafia”.

 

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