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Industrie dell’alimentare, si sciopera per il rinnovo del contratto

da | Gen 20, 2016 | Agricoltura, Lavoro | 0 commenti

Parte anche nel modenese la mobilitazione nazionale dei lavoratori delle aziende alimentari in seguito alla rottura, lo scorso 11 gennaio, delle trattative del Contratto Nazionale dell’Industria Alimentare Privata: campagna di assemblee informative, stato di agitazione, blocco degli straordinari e delle flessibilità contrattuali, 4 ore di sciopero entro il 22 gennaio, e 8 ore di sciopero nazionale il 29 gennaio.

Il contratto dell’industria alimentare privata interessa nel modenese circa 5.000 lavoratori. Sono numerose le prese di posizione delle singole Rappresentanze Sindacali Unitarie, in particolare del distretto delle carni, che contestano la rigidità di Federalimentare, l’associazione che raggruppa gran parte delle federazioni imprenditoriali di settore, durante la trattativa dell’11 gennaio scorso. In particolare, sulla messa in discussione degli aumenti retributivi in paga base, degli scatti di anzianità, del premio di produzione, della flessibilità, nonché su tutti i temi principali della piattaforma sindacale, che contiene una richiesta di 150 euro lordi di aumento mensile nel quadriennio 2016-2019.

Tra le prime Rsu che hanno deciso la modalità di utilizzo del pacchetto di 4 ore di sciopero venerdì 22 gennaio figurano quelle di Grandi Salumifici Italiani e Parmareggio di Modena, Gruppo Fini-Conserve della Nonna di Bomporto, Inalca e Suincom di Castelvetro, Globalcarni di Spilamberto, Alcar Uno, Assofood, Salumificio Gigi e Villani di Castelnuovo Rangone, Agricola Tre Valli di Formigine, Modenaceti e Bellentani di Vignola. La proclamazione provinciale di Fai/Cisl, Flai/Cgil, Uila/Uil estende comunque lo sciopero a tutti i lavoratori delle aziende che applicano il contratto Federalimentare collocandolo nelle ultime 4 ore di lavoro di venerdì 22 gennaio 2016.

“Da una parte non si vogliono affrontare gli argomenti principali della piattaforma sindacale in tema di appalti e tutela dei licenziamenti individuali e collettivi – dichiarano Piersecondo Mediani Fai-Cisl, Marco Bottura Flai-Cgil e Ennio Rovatti Uila-Uil – dall’altra Federalimentare ha presentato una vera e propria contro-piattaforma con pesanti ricadute sui lavoratori: aumenti retributivi solo dal 2017, spostamento del salario su voci diverse dalla paga base, eliminazione degli scatti di anzianità e dei premi di produzione, forte aumento della flessibilità contrattuale, contrattazione di secondo livello a invarianza di costi. Troppo distanti le posizioni e troppo pesante il costo per i lavoratori di un settore che in realtà presenta una tenuta e una prospettiva di crescita importanti. Inevitabile la mobilitazione!”

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