Vola il biomedicale, cresce la ceramica, arranca la maglieria, languono le macchine agricole. E’ il quadro tracciato dal Gruppo Intesa Sanpaolo nel consueto Report periodico sull’andamento dei distretti industriali.
L’indagine – si legge sul sito Biomedicale.it -prende in esame i volumi di export, uno dei pochi indicatori che negli ultimi anni è andato per tutti, o quasi, aumentando. Le colonne portanti dell’economia modenese nel complesso superano la prova. A trainare è il Polo biomedicale di Mirandola, che tra gennaio e settembre ha registrato un’impennata delle esportazioni addirittura del 39,4%, con tassi di crescita a doppia cifra verso Stati Uniti, Belgio e Cina: non si è ancora tornati sui livelli pre-crisi e pre-terremoto, ma per il momento va bene così. Segnali positivi anche dalla Piastrella Valley di Sassuolo: guardando solo al terzo trimestre 2015, l’export è aumentato dell’8,8% per le aziende ceramiche e del 18% per quelle che producono macchine per l’industria ceramica. La crisi russa e il rallentamento del Giappone affondano invece il distretto della maglieria di Carpi: il calo è dell’11,8%. Mentre per le macchine agricole – che nel terzo trimestre perdono il 9% – il tracollo deriva dalle difficoltà in Sud Africa. Complessivamente la tendenza che emerge è di una tenuta dei mercati storici, più maturi, a fronte di una fase di crisi dei Paesi emergenti. L’export, infine, non è più affare solo delle grandi industrie. Secondo uno studio di Lapam Confartigianato, le imprese modenesi fino a 20 dipendenti nei primi nove mesi del 2015 hanno messo a segno una crescita nelle esportazioni del 7%, dato doppio rispetto alla media regionale.