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Nutrie, la Regione: “Competenze passate ai comuni, ma i piani devono essere attuati”

da | Gen 27, 2016 | Agricoltura | 0 commenti

“Credo che siano poche le Regioni che hanno agito con la stessa tempestività. Resta il fatto che le competenze in materia sono, per effetto di un provvedimento nazionale, passate ai Comuni”. E’quanto precisa l’assessore regionale all’agricoltura, caccia  e pesca Simona Caselli in risposta alle polemiche a proposito dei danni provocati dalle nutrie. Dopo che con una legge nazionale dell’estate 2014 le nutrie sono state classificate come animali infestanti (al pari di ratti e topi) e non più come fauna selvatica, il compito di redigere e attuare i piani di  controllo è in capo ai Comuni. “Nonostante ciò la Regione, consapevole delle difficoltà che soprattutto le amministrazioni più piccole, avrebbero incontrato – sottolinea Caselli –  si è  prontamente attivata e ha emanato  lo scorso maggio delle Linee Guida , tutt’ora vigenti, approvate anche dall’Ispra, con le  indicazioni necessarie per la redazione dei Piani comunali. Se alcune amministrazioni non hanno redatto i Piani o hanno smesso di attuarli, ciò non può essere imputato alla Regione”.

Il  Collegato ambientale alla legge di Stabilità rappresenta un’importante novità perché, pur mantenendo la classificazione dei roditori come animali infestanti, dà alle Regioni la possibilità di redigere Piani regionali che permettano un’azione più organica. “Il  Collegato, giova ricordarlo, entrerà in vigore il 2 febbraio prossimo e stiamo già lavorando al Piano emiliano-romagnolo, che ha comunque tempi  tecnici che vanno rispettati, visto che va effettuata la valutazione d’incidenza nei Siti di importanza Comunitaria e nelle  Zone di protezione Speciale. Proprio perché non ci siano vuoti normativi – conclude Caselli – abbiamo emanato il 25 gennaio, prima Giunta utile dopo la pubblicazione del Collegato ambientale, una delibera ampiamente preannunciata pubblicamente nei giorni scorsi, che, per garantire la continuità di gestione, stabilisce che fino all’adozione del Piano regionale restano in vigore i Piani comunali, che devono quindi continuare a essere attuati”.

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