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La stimolazione multisensoriale entra in ospedale per chi è affetto da demenza

da | Mar 12, 2016 | Salute | 0 commenti

Luce, colori, musica, profumi ed esperienze tattili. È questo il cuore della stanza ‘multisensoriale’ attivata oggi, 11 marzo 2016, in ospedale a Baggiovara per le persone anziane affette da disabilità cognitive e demenza. Un ambiente protetto che contribuisce a mantenere attiva vista, udito, tatto e odorato crea benessere e rilassamento nell’anziano ricoverato, contribuendo al mantenimento delle sue capacità funzionali.

L’approccio si chiama ‘snoezelen’ – il termine è olandese – ed è un intervento terapeutico finalizzato alla stimolazione controllata dei sensi, nato negli anni ’70 per la cura delle disabilità dell’apprendimento. Oggi l’approccio di stimolazione multisensoriale, un approccio “non farmacologico”, è esteso alla cura della persona anziana con demenza e ha l’obiettivo di migliorare i comportamenti ‘difficili’ associati alle fasi più avanzate di questo tipo di patologie.

Il Nuovo Ospedale S. Agostino-Estense di Modena è tra i primi in regione a dotarsi di questa ‘stanza morbida’. All’interno di un ambiente protetto, e in presenza di un operatore sanitario, il paziente viene accompagnato in un percorso sensoriale che permette di migliorare la sua capacità di comunicazione favorendo una migliore interazione con l’ambiente circostante e, anche attraverso il coinvolgimento dei familiari nel progetto assistenziale, riduce i disagi legati al ricovero.

Alla presentazione della ‘snoezelen room’ della Geriatria del Nuovo Ospedale S. Agostino-Estense di Modena, realizzata con la collaborazione del Programma Demenze, hanno partecipato anche Gianbattista Spagnoli direttore sanitario dell’Azienda Usl di Modena, Giuliana Urbelli Assessore alla Coesione sociale, Sanità, Welfare, Integrazione e Cittadinanza del Comune di Modena , Anne Marie Pietrantonio Direttore Nuovo Ospedale Civile Sant’Agostino Estense, Marco Bertolotti Direttore Geriatria Nuovo Ospedale Civile Sant’Agostino Estense.

“Un trattamento efficace – spiega Francesca Neviani, del Centro Disturbi Cognitivi Ausl Modena presso l’ospedale di Baggiovara – soprattutto quando le funzioni che permettono una vita attiva e di relazione si riducono e quando i farmaci specifici non funzionano e diventano sempre più evidenti sintomi quali l’agitazione, l’insonnia, la depressione e l’apatia. Contrastando questi fenomeni, la ‘snoezelen room’ rappresenta un passo avanti verso la centralità della persona nel percorso di ricovero ed è un vero laboratorio di ricerca e formazione che può contribuire a sviluppare nuove strategie di assistenza realizzabili anche in altri nodi della rete dei servizi”.
“SNOEZELEN”

L’approccio ‘snoezelen’ nasce in Olanda negli anni ’70 del secolo scorso. Il termine è un neologismo che unisce due verbi olandesi: Snuffelen “esplorare” e Doezelen “rilassare”. La tecnica, concepita per persone con disabilità intellettive, è diventata sinonimo di “stimolazione multisensoriale” controllata che utilizza effetti luminosi, colori, suoni, musiche, profumi. Tra i risultati ottenuti applicando questo approccio agli anziani con demenza o delirium è emerso un generale miglioramento del tono dell’umore, l’aumento della capacità di attenzione e relazione; una maggior serenità dei pazienti e, allo stesso tempo, la sensibile diminuzione di un eventuale stato confusionale, del senso di apatia, di aggressività e depressione.13

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