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Addio al partigiano “Franco”, Mario Bisi

da | Apr 18, 2016 | La nostra storia | 0 commenti

E’ scomparso Mario Bisi, calsse 1919, antifascista che  dopo l’8 settembre 1943 ha preso parte alla Guerra di liberazione nelle file della Resistenza modenese, distinguendosi, col nome di battaglia di “Franco”, in molti combattimenti contro i nazifascisti.
Nominato commissario politico del Raggruppamento brigate “Aristide”, che aveva una forza pari all’organico di una Divisione, lo guidò sino alla Liberazione. Politicamente indipendente, Bisi è stato nel dopoguerra vice presidente dell’ANPI di Modena.
Ha fatto parte dell’Esecutivo provinciale Anpi e presieduto a Soliera, dove viveva, la Sezione dell’ANPI del suo paese natale.“Con Mario Bisi non perdiamo solo un protagonista della lotta di Liberazione. Se ne va un uomo appassionato, il cui esempio ha rappresentato una pedagogia civile e morale che ha educato ai valori dell’antifascismo e della democrazia molte generazioni di cittadini”: con queste parole il deputato solierese Davide Baruffi ricorda con commozione la scomparsa del concittadino Mario Bisi, commissario politico della prima zona partigiana.

 

“Nome di battaglia Franco, commissario politico della prima zona partigiana. Potrebbe cominciare così la biografia straordinaria di Mario Bisi, che avrebbe compiuto tra poco 97 anni – scrive Baruffi in una nota – Un uomo molto anziano, con una salute non più buona negli ultimi tempi. Eppure apprendere stamattina della sua scomparsa ci ha colto di sorpresa, lasciandoci d’un tratto orfani. Non eravamo preparati. Forse per la straordinaria lucidità che aveva mantenuto o forse per quanto ancora rappresenta, anche per le generazioni più giovani. Sembra impossibile pensare di non averlo più tra noi a una settimana dal 25 aprile. Ci siamo abituati a salutare i protagonisti della Resistenza, tanti prima di Mario, altri (ma ormai pochi) ne saluteremo dopo di lui. Ricordo che fu lui a darmi la notizia della scomparsa di un altro Bisi, Omar. Me lo ripeté più volte, come non riuscisse a capacitarsene. Per me era una brutta notizia, per lui quasi una cosa assurda, inconcepibile. A testimonianza del legame cementato con gli amici e i compagni con cui aveva combattuto, e poi ognuno per la sua strada, ma infondo tutti insieme, a ricostruire l’Italia. Stavolta pare a noi inconcepibile la notizia. È come se di colpo dovessimo fare un bilancio, non solo umano, di una perdita non riparabile. Perché con Mario Bisi non perdiamo solo un protagonista della lotta di Liberazione. Se ne va un uomo appassionato, il cui esempio ha rappresentato una pedagogia civile e morale che ha educato ai valori dell’antifascismo e della democrazia molte generazioni di cittadini. Parlava malvolentieri degli episodi di guerra ed insisteva invece sul fatto che fu la solidarietà tra le persone, in un tempo di miseria, a consentire di resistere e vincere. Forse anche per questo il suo impegno da imprenditore nel secondo dopoguerra non è stato inferiore a quello di testimone. Mi piace ricordarlo con due fotografie: quella del ragazzo alto e bello nei giorni della liberazione nella piazza di Soliera e quella dell’anziano che abbraccia un altro anziano, il presidente Scalfaro, a Limidi per il 60° anniversario dello scambio dei prigionieri. Due foto distanti, lo stesso sguardo. Ma gli occhi della seconda sono carichi di quella commozione che talvolta i vecchi hanno quando sentono che il più è alle spalle”.

Proprio in occasione del 70° anniversario dei Fatti d’armi di Limidi, nel novembre del 2014, Bisi aveva ricevuto dalle mani del sindaco Solomita le “chiavi della città”, il riconoscimento più alto che un cittadino di Soliera possa ricevere.

Così il sindaco di Soliera Roberto Solomita: “Nell’esprimere, a nome mio personale e dell’intera comunità solierese, le più profonde e partecipate condoglianze alla moglie Concetta e alla famiglia, mi preme sottolineare il valore civile e la statura morale della figura di Mario cui consegnammo, meno di due anni fa, al termine di una cerimonia anche commovente, “le chiavi della città”, un riconoscimento attribuito per la prima volta in assoluto nella storia di Soliera.
Mario Bisi è stato un personaggio di primo piano non solo nei mesi drammatici – e fondamentali per la nostra storia – della Resistenza, ma per tutti i 71 anni successivi.

Generoso, uomo libero e di grande equilibrio, Bisi è stato un riferimento etico e morale di primissimo piano per generazioni di solieresi, un uomo indipendente, un anticonformista vero, in un’accezione nobile e alta.

Una eccezionalità, quella di Mario, contraddistinta da virtù che non dovrebbero mai passare di moda come l’ironia, la misura, la sobrietà e che lo hanno sempre portato a vivere il proprio impegno pubblico con forza, ma anche con un pudore naturale, che spiccava per contrasto con una società segnata troppo spesso da eccessi di personalismo.”

 

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