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Il Comune di Brescello sciolto per infiltrazioni mafiose

da | Apr 20, 2016 | Ultime news | 0 commenti

Il procedimento era arrivato sul tavolo del Ministero assieme a quello di Finale Emilia, per il quale p stato evitato lo sciogliemnto per mafia. Invece per Brescello non è andata così, e il Comune è stato sciolto dal Consiglio dei ministri per ‘infiltrazioni mafiose’. E’ il primo in Emilia-Romagna, segno di quanto sia forte e ben radicata la Piovra.

Lo conferma la Lega Nord in Regione secondo “è una vittoria di Ln che da anni sta conducendo una battaglia per la legalità: fin dal 1999 venne l’europarlamentare Mario Borghezio per denunciare le infiltrazioni ‘ndranghetiste nel Comune”.
“Grazie alla sue interrogazioni e ai suoi articoli sulla stampa Catia Silva – da me nominata responsabile legalità della Lega Emilia – ha portato alla luce il sommerso sistema Brescello, pagando a duro prezzo, subendo numerose intimidazioni tra le quali incendi, danneggiamenti e non da ultime minacce aggravate dalla finalità mafiosa, da parte di cinque personaggi, tra i quali, in primis, spicca Alfonso Diletto, ritenuto uno dei cinque esponenti emiliani della ‘ndrina, attualmente al 41bis nell’ambito del processo Aemilia e sotto processo a Bologna per le minacce alla Silva a partire dagli anni 2009-2010”, precisa Gianluca Vinci, Segretario della Lega Emilia.

IL PAESE è SOTTO SHOCK

La Brescello che conosce don Evandro Gherardi “non è un paese sotto scacco della ‘ndrangheta”. Qui “i mafiosi ci sono, ma dire che il paese e gli amministratori comunali sono conniventi con la mafia è una cosa non corretta”. Il sacerdote che da quattro anni guida la parrocchia di Santa Maria Nascente, dove è ospitato il crocifisso che parlava con don Camillo nei libri di Guareschi, è amareggiato per lo scioglimento del Comune ed è convinto: “Paghiamo la nostra notorietà”.
“La gente – spiega l’Ansa – è avvilita, si sente messa sotto accusa in maniera non giusta. Il paese è distrutto. Rialzarsi e vedere il futuro sarà difficile. E’ una decisione che rispettiamo, come comunità, ma che non condividiamo”, dice all’ANSA. “Conosco le persone, gli industriali, gli artigiani, i commercianti e le famiglie.
Non ho elementi per dire che ci sono state intimidazioni, che qualcuno paghi il ‘pizzo’ o quant’altro”. E gli amministratori “hanno sempre agito per il bene comune, non per favorire qualcuno”.

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