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Crisi finanziaria nel 2016?

da | Mag 11, 2016 | Editoriale | 0 commenti

di Andrea Lodi (*)

Il 24 ottobre del 1929 molti americani si svegliarono con un’amara sorpresa: il mondo di carta costruito dagli avventurieri della finanza americana era crollato. Le speranze riposte in un crescente, ma a quanto pare illusorio, benessere diffuso si dissolsero nel nulla. L’economia reale si pensava dettasse le regole della distribuzione della ricchezza. Ma ci si sbagliava.

E’ trascorso quasi un secolo da quel “giovedì nero”, ma pare che le cose non siano cambiate. Pensavamo che la lezione della “grande crisi” fosse servita. Ma ci sbagliavamo.

Pensavamo di vivere in un mondo reale dove l’economia rispondesse in modo adeguato e coerente, per l’appunto, all’aggettivo “reale” che sempre meno di frequente, purtroppo, le viene attribuito.

Pensavamo che il valore della ricchezza prodotta dal lavoro di ogni singolo cittadino non dipendesse più da un presunto, e speculativo, valore proveniente dalle irreali fluttuazioni del mercato borsistico azionario. Ma ci sbagliavamo.

E’ una trappola dalla quale purtroppo non siamo riusciti ad uscire. Complici le Università, soprattutto quelle americane, che fedeli al paradigma “arricchimento veloce”, preparano giovani manager della finanza a diventare esperti in “speculazione precoce”. Neologismo che ci riporta, per assonanza, ad un poco simpatico fenomeno di natura sessuale, con il quale non ha attinenza, ma che potrebbe però esserne una infelice conseguenza. Complice anche una classe politica, che quando non è connivente con la finanza speculativa, ne è complice inconsapevole, per incompetenza, per inadeguatezza, a volte anche per stupidità.

C’è un disallineamento tra economia e finanza che sta fortemente depauperando i cittadini ed arricchendo i grandi speculatori. E tutto ciò dovrebbe essere considerato assolutamente illegale. Ma a quanto pare non è così.

Una crisi finanziaria nel 2016?

Com’è possibile, si domandano ironicamente i giornalisti dell’inglesissimo “The guardian”, che il comune cittadino non riesca a comprendere che “la caduta dei mercati a inizio anno, la svalutazione delle monete dei paesi emergenti, il crollo del prezzo del petrolio e il probabile fallimento delle banche centrali in Europa e USA nell’evitare la deflazione, lasciano prevedere una nuova recessione globale nel 2016?” che continuano, “in tal caso l’euro, che è sopravvissuto nell’ultimo periodo solo grazie al clima mite dell’economia globale, avrebbe il colpo di grazia”.

Parole forti, sicuramente poco ottimistiche, frutto delle analisi di Albert Edwards, noto analista, di stampo pessimistico, presso la borsa londinese, e della Royal Bank of Scotland, sulla situazione finanziaria globale.

Secondo Edwards l’espansione dei mercati delle economie emergenti è in fase di arresto, ed è molto probabile che la deflazione che ne seguirà colpirà l’Europa e gli USA in maniera devastante. La cosa peggiore, continua Edwards, è che le banche centrali non se ne stiano rendendo conto.

Secondo le analisi dell’economista inglese, nel 2016 la crisi finanziaria si ripresenterà in maniera ben più grave rispetto a quella del 2008 – 2009.

L’economia americana si troverebbe in una posizione di preoccupante fragilità, poiché la massiccia espansione del credito negli Stati Uniti avvenuta negli ultimi anni, non è servita all’economia reale, ma a ricomprare le azioni finanziarie.

Vero è che si tratta di analisi fatte da economisti inglesi, che non hanno mai creduto all’Europa unita, e tanto meno alla moneta unica. Sulla fragilità del sistema americano però hanno ragione. Ancora una volta la Finanza ha la precedenza sull’economia. Siamo sempre fermi lì.

Occorre salvare i patrimoni dei piccoli risparmiatori, direbbe qualcuno. Ma non è così. Basti guardare che cosa è accaduto in Italia. Alcune banche, tra le quali citiamo Banca Etruria (nella quale bazzicava anche il padre di una nota ministra del nostro governo), sono state oggetto di operazioni speculative ed illegali,  da parte di alcuni manager, che hanno di fatto “bruciato” gli investimenti ed i risparmi dei loro clienti. Qual’è stata la reazione del Governo? Riempire di euro le casse delle banche interessate, per il loro salvataggio, e abbozzare un intervento per la restituzione dei risparmi truffati che non copre l’intero importo perduto.

Conclusioni

Tutti, in Europa ed in America, anelano un mondo dove le politiche socio-economiche dei governi fossero in grado di sostenere una occupazione adeguatamente retribuita, l’educazione dei nostri figli garantita, una tassazione più equilibrata, una Giustizia efficace ed efficiente, la garanzia di servizi socio-sanitari di pubblica erogazione ed il riconoscimento di una giusta pensione d’anzianità al termine di una vita lavorativa, ma che non sia da spendere interamente in cateteri, medicine e pannoloni per il contenimento di feci e urina.

Un quadro poco esaltante, ma è quello a cui, se non cambiamo molte cose, siamo destinati.

(*) Andrea Lodi, vive a San Prospero (MO), è aziendalista, specializzato in Pianificazione Strategica. Giornalista economico, da gennaio 2009 cura “Economix“, la rubrica economica di PiacenzaSera.it; da settembre 2014 collabora con SulPanaro.net.

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