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Gibertoni (M5S): “Il percorso partecipato sanità? Che presa in giro”

da | Giu 17, 2016 | Mirandola | 0 commenti

“La serata conclusiva di ieri del percorso partecipativo sull’ospedale di Mirandola è stata la dimostrazione di come chi governa il nostro sistema sanitario non abbia nessuna intenzione di ascoltare realmente le esigenze dei cittadini. Sentire l’assessore Venturi e il direttore generale Annicchiarico autocompiacersi del lavoro di ascolto fatto ma non prevedere nessuna azione concreta che possa attuarlo è stata l’ennesima conferma che le decisioni possono solo essere imposte dall’alto.  Non partecipazione ma sfoggio di potere”.

È questo il commento di Giulia Gibertoni alla serata conclusiva sul percorso partecipativo dell’ospedale di Mirandola che si è tenuta ieri nella città dei Pico. “Da Venturi e Annichiarico non c’è stata né una reale preparazione alle serata né tantomeno alcuna voglia di dialogare sul serio con i cittadini, per il PD evidentemente la partecipazione non implica presa in carico ma solo fastidio – spiega Giulia Gibertoni – Si è detto che visto che era il percorso partecipativo che si voleva, quello c’è stato. Nient’altro però. Se l’apporto dei cittadini non trova spazio negli atti regionali, di cosa stiamo parlando? Nessuna risposta è stata data sulla quotidianità. In una provincia in cui l’emergenza territoriale non funziona come dovrebbe e la mobilità continua ad essere critica, nei fatti si decide di depotenziare l’ultimo ospedale rimasto, nel dispregio della volontà popolare, altro che potenziamento della rete territoriale”. Per Giulia Gibertoni, dunque, la Bassa è stata abbandonata da una politica irresponsabile che pensa ai tagli e non ai bisogni dei cittadini: “Il percorso partecipativo doveva rilevare le criticità e porre in essere azioni per risolverle ma, invece di lavorare per trovare delle soluzioni, si dice che si proseguirà come nulla fosse stato. I cittadini sono stati presi in giro – conclude Giulia Gibertoni – Addirittura abbiamo sentito il direttore generale Annichiarico quasi caldeggiare la migrazione passiva verso il mantovano, definendola un diritto garantito. Peccato che questo diritto garantito, come lo chiama lui, dovrebbe essere assolto sul territorio e non nel mantovano. Se però Annichiarico desiderasse andare a lavorare a Mantova, questo è un suo diritto contro cui non avremmo assolutamente nulla da ridire”.

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