La ricostruzione privata procede, e se vediamo tanti lavori che vengono terminati – nei loro tempi – a regola d’arte – in altri casi non si può dire certo che sia così. Sono diversi i proprietari di case i cui lavori sono in via di completamento, i quali si sono trovati di fronte a situazioni spiacevoli: ad esempio cappotti isolanti fatti su alcune pareti e non su altre, un muro portante che – ohibò – prima non si era visto e che va trattato a modo, oppure elementi strutturali (travi, tiranti) non coperti ed esteticamente orrendi all’interno di abitazioni rinnovate. A fronte della richiesta alle ditte di metterci mano e risolvere, la risposta è sempre quella: il lavoro non è coperto dai fondi del Mude. Si tratta di cifre irrisorie rispetto a quelle della struttura (dalle centinaia di euro a qualche migliaia), ma non sono pochi i casi segnalati in cui ai privati è stato chiesto di aggiungere di tasca propria per completare quei piccoli lavori residui. O di presentare integrazioni Mude, con la certezza, in quest’ultimo caso, di allungare a dismisura il rientro.
L’alternativa? Andare in Tribunale e far causa alla ditta. Ma per qualche centinaia di euro, pensano tutti, vale la pena lasciare il cantiere aperto in attesa di giustizia? E così, ecco che il gioco è fatto.