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Abl, l’azienda cavezzese di macchine da frutta rinasce dal sisma – L’INTERVISTA a Carlo Ascari

da | Ago 13, 2016 | Cavezzo, Personaggi | 0 commenti

Didascalia Carlo Ascari 0

Carlo Ascari

Abl, azienda di Cavezzo per macchine per lavorazione della frutta, ha fatturato 14 milioni di euro nel 2015 e ha prospettive “ampiamente positive” sul 2016. Nonostante nel 2012 lo stabilimento sia stato danneggiato dal sisma in Emilia, si conferma “grazie all’esperienza mondiale e gli investimenti continui in ricerca e sviluppo una società leader” nella progettazione di macchine e impianti per la lavorazione della frutta.

L’ufficio stampa del Comune di Cavezzo ha intervistato il fondatore di Abl, Carlo Ascari.

 

Ascari, essere imprenditore prima del terremoto ed esserlo oggi. Dopo il sisma!

«ABL era una ditta in crescendo, ma con un problema importante. Non riuscivamo più a produrre negli spazi disponibili che avevamo. Eravamo in 35 dipendenti dislocati su una superficie di 1600 metri quadrati. Poi, il terremoto del 20 e 29 maggio 2012. Che ha dato, anche a noi, un’ulteriore scossa. Abbiamo delocalizzato immediatamente dopo il sisma, già il 4 giugno. In un locale molto più grande, di tre mila metri, che ci ha permesso di potere stipulare contratti per una quantità di macchine nettamente superiori rispetto al passato. La Regione ci ha riconosciuto un danno che è stato totalmente pagato, certo, anche se gli ultimi soldi ci sono arrivati a luglio 2016. Oggi, però, abbiamo costruito un capannone che è, semplicemente, il doppio del precedente. E chiariamo subito. Il danno subito dal terremoto, come anticipato, è stato ripagato. L’investimento nuovo, invece, lo abbiamo compiuto Didascalia Azienda ABLcome famiglia Ascari. Nonostante qualche intoppo con l’ufficio tecnico del Comune di Cavezzo che, poi, è stato superato. Siccome il mercato andava bene, ne abbiamo così approfittato per vendere la maggioranza a soci stranieri? Lo so, è una voce che circola per paese, ma è semplicemente falsa. Abbiamo ceduto, intanto, una quota minoritaria, il 44%. A un gruppo che non è proprio estero, poiché è di Conegliano Veneto. Scelta attuata per dare un futuro, una continuità alla nostra attività, una strategia ad ABL, una sicurezza ai miei figli. E il timone resta nelle mani del sottoscritto».

 

Che cosa significa fare imprenditoria a Cavezzo oggi.

«Nel 2015 l’export nostro ammontava al 99,82%, lo 0,18% di fatturato era, invece, limitato all’Italia. Recentemente ci siamo aperti, e conquistato nuove fette di mercato. Soprattutto in Giappone. Negli U.S.A. abbiamo il 60%, ma stiamo acquisendo posizioni pure in Costarica, Portorico, Colombia. Gli imprenditori che hanno delocalizzato hanno distrutto l’immagine dell’Italia. Semplicemente perché la qualità del lavoro e del ‘prodotto Italia’ avrebbero dovuto essere rispettati e mantenuti tali. Noi costruiamo macchine che nessun altro fa, nel mondo. E non mi passa neppure per l’anticamera del cervello, anzi non posso andare certo in Cina, in Bulgaria o in Romania a lavorare. Oggi, ahimè, siamo meno molto orgogliosi di essere italiani rispetto a venti anni fa. Grazie anche a qualche primo ministro o politico che, di certo, non ci ha aiutato. Ed è una sensazione riscontrata pure quando siamo all’estero per lavoro. Io, invece, sono fiero di essere prima di tutto emiliano, e poi italiano».

 

C’è qualcosa che ha fatto e non rifarebbe più?

 

«No. Ho preso i miei rischi quando ho lasciato uno stipendio certo di 2 milioni e 200 mila lire. Carta di credito in tasca e tutto spesato per me e per la mia famiglia. Mollai per tale attività, ho puntato su ABL. Io, in quello che faccio, ci credo».

 

Didascalia VaschettaChe cosa non ha fatto e che, invece, ritornando indietro, farebbe?

«Mi manca lo studio. Mi sono fermato alla quinta elementare. Non mi ha impedito, però, di parlare italiano, francese, inglese, spagnolo e persino un po’ di greco e di bulgaro».

Scheda di ABL

 

Presidente: Carlo Ascari.

I figli.

Daniela Ascari. Responsabile dell’attività interna.

Luca Ascari. Responsabile delle vendite.

ABL è nata nel 1978.

Dipendenti attuali: 52.

Superficie aziendale occupata: 3600 metri quadrati.

Fatturato e mercati: oltre il 99% all’estero, con mercato principale gli U.S.A.; in costante crescendo il Giappone.

Fatturato 2015: 14 milioni di euro, stabile rispetto al 2014.

Prospettive ampiamente positive per il 2016.

Quotazione in Borsa: per ora i vertici aziendali non l’hanno programmato

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