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Moschea di Mirandola, il caso sul tavolo del Ministro degli Interni

da | Ago 11, 2016 | In Primo Piano, Mirandola | 0 commenti

La vicenda della moschea di Mirandola  finisce sul tavolo del Ministro degli Interni Alfano per mettere in luce i finanziamenti che arrivano dal Qatar. Ad annunciarlo sono il capogruppo di Mirandola Antonio Platis ed il consigliere regionale Enrico Aimi.

“”Abbiamo contattato oggi Maurizio Gasparri – – spiegano i due esponenti di Forza Italia -– che era già a conoscenza del maxi finanziamento del Qatar e del contributo della Regione Emilia-Romagna in quanto anche la stampa nazionale da Il Giornale e Libero fino a Repubblica, parlano della vicenda di Mirandola come esempio di contraddizione e rischio. Gasparri ha espresso preoccupazione per la vicenda e ci ha anticipato che nelle prossime ore presenterà un’interrogazione parlamentare urgente per chiedere al Ministro degli Interni Alfano quali controlli e verifiche sono state poste in essere sulla moschea di Mirandola. Inoltre abbiamo sottolineato come negli ultimi mesi ci siano stati episodi inquietanti nella bassa modenese: l’’imam di Camposanto espulso, un mirandolese convertito all’’Islam e oggi considerato dai Servizi Segreti vicino ai miliziani Isis della Libia e un marocchino residente da 25 anni a Medolla la cui richiesta di cittadinanza è stata respinta per ragioni “di sicurezza della Repubblica”. Il tutto avviene in un contesto in cui gli organici di Polizia e Carabinieri sono ridotti ai minimi termini e a malapena, nonostante la loro abnegazione, riescono a fronteggiare la micro criminalità locale.”

Visto il cofinanziamento per 600mila euro della Regione per la ricostruzione della moschea, ho chiesto – spiega Aimi – alla Giunta quali iniziative voglia assumere per reperire al più presto informazioni attendibili sulla provenienza del fondi del Qatar. Nell’’interrogazione –- spiega inoltre Aimi –- ho sollecitato la Regione a dotarsi di norme che regolamentino sul territorio regionale la costruzione o comunque la messa in opera di luoghi di culto per religioni la cui pratica possa comportare problemi di ordine pubblico”.”

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