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Mirandola, al Pronto Soccorso “Carenza di ambulanze e disagi per i pazienti”

da | Ott 21, 2016 | In Primo Piano, Mirandola, Salute | 0 commenti

“Carenza di ambulanze e disagi per i pazienti” è la denuncia che arriva dopo due episodi accaduti negli ultimi giorni al Pronto Soccorso di Mirandola, denunciati da consigliere comunale Antonio Platis, capogruppo Forza Italia.
“Nei giorni scorsi – racconta Antonio Platis, capogruppo Forza Italia – un malato oncologico si è presentato al Santa Maria Bianca ed ha ricevuto le prime cure. I medici del PS avevano la necessità di svolgere un esame del sangue particolare e quindi hanno chiesto alla centrale operativa di inviare un mezzo per prelevare il campione di
sangue e portarlo a Modena per i test di laboratorio. Purtroppo, dopo svariate ore, nessun mezzo è stato reperito ed il paziente è stato costretto a firmare l’uscita dal PS di Mirandola, farsi portare in auto da un parente a Modena e riaccreditarsi nel pronto soccorso del Policlinico. Una vera e propria follia!” denuncia Platis.
Da oltre un anno abbiamo chiesto ad Ausl e Sindaco di stipulare una nuova convenzione con le varie Croce Blu e rafforzare il servizio di ambulanza intraospedaliera, invece non hanno fatto niente. Anzi, una cosa l’hanno fatta – osserva Platis – Hanno vietato agli operatori di Mirandola di chiamare un taxi locale per effettuare o le consegne delle provette ai laboratori di Baggiovara o per prelevare a Modena del sangue urgente per il Santa Maria Bianca.
Questo – rincara il consigliere – non è un problema da poco perché non permette ai professionisti di poter svolgere il loro lavoro in modo completo ed efficace. Non solo. Agli occhi del paziente, non è concepibile non poter fare un esame del sangue.
Urge – chiosa il consigliere azzurro – una convenzione con le Pubbliche Assistenze e un nuovo coordinamento dei servizi interni quali (trasporto sangue, esami urgenti, …). L’abbiamo chiesto a gran voce migliaia di volte ed era nella lunga fila degli impegni presi dal sindaco Maino Benatti per l’Ospedale di Mirandola, ma la situazione è
la stessa da oltre un anno.
Pensate – denuncia ancora Platis – che pochissimi giorni fa al Pronto Soccorso c’era un mio conoscente che, assieme ad altri due infortunati, è stato per diverse ore in barella. Tre barelle occupate nonostante i pazienti fossero stati dimessi dai medici del PS! Come è possibile? Erano tre casi di fratture e la prescrizione era quella di non alzarsi assolutamente in piedi. Purtroppo – nonostante avesse chiamato tutte le Pubbliche Assistenze da Bastiglia a Crevalcore – nessuna era libera. Il servizio di ambulanza intraospedaliero, invece, può trasportare sangue e pazienti, ma non quelli con le dimissioni.  Morale, uno ha trovato un amico che l’ha caricato alla “bene meglio”, uno si è spazientito ed è andato via seduto e non coricato in barella come prescritto dai medici e l’altro ha aspettato le 20, cambio di turno dei volontari, per essere accompagnato a casa (era entrato in PS nove ore prima!).
Quest’anno il Pronto Soccorso di Mirandola si avvia a sfondare la quota di 25.000 accessi e nel 2015 sono state quasi 3.000 le persone che si sono fermate nell’OBI, letti di osservazione breve in PS. Vista la mole di lavoro e, soprattutto, l’importante ruolo svolto a copertura dei 90.000 residenti dell’Area Nord, la politica e l’Ausl devono dare risposte chiare e precise in merito.
All’ultima conferenza dei Capigruppi con il direttore Annichiarico ci siamo lasciati con l’impegno di avere tutti i dati sull’attività, sugli accessi, sulle criticità e sul personale. Oggi credo che questo confronto sia più urgente che mai. Sui due casi – conclude Platis – sarà presentata una specifica interrogazione”.

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