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Risparmio e dintorni – Guida alla finanza: il vocabolario economico (4^ parte)

da | Dic 10, 2016 | Rubriche, Economia | 0 commenti

RISPARMIO E DINTORNI

di Paolo Campedelli

Quarta puntata del nostro vocabolario economico-finanziario: proseguiamo con altri cinque termini.

Rating: Il rating è un punteggio, conferito agli emittenti di titoli azionari e obbligazionari (ma non solo) da agenzie specializzate nella valutazione dei fondamentali delle società. Naturalmente queste agenzie possono avere opinioni diverse sullo stesso emittente dando origine a diverse valutazioni. Si tratta di un parametro (di solito espresso in lettere e numeri) che fornisce a operatori e investitori un’informazione di immediata leggibilità sul grado di rischio degli emittenti, ossia sulla loro solvibilità. Il rating da una parte agevola gli investitori dando loro un quadro sufficientemente preciso delle scelte che andranno a fare, dall’altra avvantaggia anche gli emittenti nel processo di pricing e di collocamento dei titoli emessi.

Spread: Con questo vocabolo si intende la differenza tra due rendimenti di asset. Di recente è molto usato con riferimento ai tassi dei titoli di Stato. In particolare quelli del BTp decennale e del Bund (sempre decennale). Qui è la differenza tra il tasso d’interesse pagato dai titoli di Stato italiani (i BTp) e quelli tedeschi (i Bund). Più un titolo di Stato viene percepito dagli investitori rischioso, più è costretto ad offrire tassi d’interesse elevati per attrarre acquirenti. A fronte di una simile definizione è ovvio che l’allargarsi, o restringersi, dello spread è conseguenza di una duplice dinamica. La crescita, o diminuzione, del minuendo (tasso sul BTp); crescita, o calo, del sottraendo (tasso del Bund).

Stress test: Gli stress test sono esami «sotto sforzo», per verificare la tenuta del sistema bancario di ogni Paese al verificarsi di ipotetici scenari negativi. In Europa il prossimo risultato di valutazione sugli istituti sarà reso noto il primo agosto dall’Eba, la European banking authority. Invece negli Stati Uniti il programma di valutazione del capitale di vigilanza è una valutazione della riserva di capitale ad opera della Federal Reserve e delle autorità di vigilanza bancaria per determinare se le organizzazioni bancarie più grandi hanno capitale sufficiente a reggere l’impatto di una crisi. L’esito dell’ultimo esame è stato favorevole per tutti i big Usa ma non per il «braccio americano dei gruppi europei Deutsche Bank e Santander.

Subprime: Indica quei prestiti che, nel contesto finanziario statunitense, vengono concessi ad un soggetto che non può accedere ai tassi di interesse di mercato, in quanto ha avuto problemi pregressi nella sua storia di debitore. I prestiti subprime sono dunque prestiti rischiosi sia per i creditori sia per i debitori, vista la pericolosa combinazione di alti tassi di interesse, cattiva storia creditizia del debitore e situazioni finanziarie poco chiare o difficilmente documentabili, associate a coloro che hanno accesso a questo tipo di credito.

Ttip: È l’acronimo del nome in inglese TransatlanticTrade and Investment Partnership ed è un accordo commerciale di libero scambio – in corso di negoziazione – tra l’Unione europea e gli Stati Uniti d’America. Obiettivo, creare la più vasta area di libero mercato (con dazi azzerati o quasi) per beni e servizi ma soprattutto una convergenza normativa su tutta una serie di standard produttivi e di sicurezza che agevolerebbero molto gli scambi riducendo i costi ma che – per le forti differenze culturali tra le due sponde atlantiche – fanno temere, soprattutto in Europa, un pericoloso abbassamento degli elevati criteri di qualità e delle tutele dell’ambiente e del mercato del lavoro maggiormente presenti nella Ue.

(4– continua)

L’ARCHIVIO DI “RISPARMIO E DINTORNI”

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