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Mancano i sindacati? Nelle aziende modenesi arriva il Comitato di garanzia

da | Gen 21, 2017 | Economia | 0 commenti

Un comitato di garanzia provinciale, composto da rappresentanti di Confindustria Modena, Cgil Modena, Cisl Emilia Centrale e Uil Modena e Reggio Emilia, che avrà il compito in buona sostanza di“certificare”, con una valutazione di conformità, gli accordi aziendali che prevedono premi di produzione.  Il comitato avrà sede presso Confindustria Modena e rimarrà in carica per due anni.

È quanto stabilisce l’intesa firmata a Modena nei giorni scorsi, in applicazione dell’Accordo Interconfederale del 2016. Lo riporta una nota dell’associazione datoriale.

Nel documento nazionale si ribadisce che “la contrattazione collettiva aziendale con contenuti economici correlati a incrementi di produttività, redditività, qualità, efficienza e innovazione” è uno “strumento utile sia per la crescita della competitività e lo sviluppo delle imprese sia per accrescere il potere d’acquisto dei lavoratori, che hanno la possibilità di beneficiare della detassazione in virtù della legge di stabilità 2017”.

L’obiettivo, quindi, è di favorire anche a livello provinciale questo tipo di contratto aziendale, in cui il premio di risultato può venire corrisposto, in tutto o in parte per scelta del lavoratore, anche tramite prestazioni di welfare aziendale. Il compito del comitato di garanzia sarà quello di certificare tutti i contratti aziendali stipulati in provincia da tutte le imprese nelle quali non sia costituita la Rsu o Rsa.

Nello specifico, si dovrà valutare che il contratto sia stato applicato correttamente e che i criteri di misurazione degli incrementi di produttività, cui sarà legato il premio di obiettivo, siano quelli stabiliti dall’accordo nazionale. Solo così le aziende potranno adottare l’agevolazione fiscale prevista e detassare quegli incentivi, stante ovviamente la presenza dei requisiti di legge.

Uno dei più rilevanti esempi delle novità che stanno emergendo in campo di relazioni industriali (tra i temi più innovativi quelli dei premi di produzione e del welfare aziendale) viene dal settore metalmeccanico, con il contratto nazionale siglato pochi mesi fa da Federmeccanica con Fiom, Fim e Uilm, che è diventato una cartina di tornasole rispetto alle trattative sindacali ancora in corso per altri comparti.

E proprio per spiegare le novità del contratto nazionale metalmeccanici sarà a Modena lunedì 23 gennaio, in un convegno organizzato a partire dalle 14,30 presso la sede di Confindustria Modena, ildirettore generale di Federmeccanica Stefano Franchi, che è stato uno dei protagonisti di quell’accordo, siglato dopo un anno di trattative. Insieme a lui, ci sarà anche Daniela Dario, responsabile dei rapporti sindacali di Federmeccanica.

Agli imprenditori presenti verranno illustrati i contenuti innovativi del contratto e approfonditi i primi aspetti applicativi. I temi all’ordine del giorno sono molti: l’adeguamento dei minimi contrattuali all’inflazione reale e consuntivata; la più forte correlazione, a livello aziendale, fra premi e produttività; il maggiore rilievo ai temi del welfare (flexible benefits, assistenza sanitaria integrativa e previdenza complementare) e della formazione; la diffusione di una nuova cultura del lavoro basata sulla responsabilizzazione e condivisione degli obiettivi e dei risultati.

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