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Un semaforo a Mirandola sulla Statale, lì dove morì Annalisa

da | Feb 4, 2017 | In Primo Piano, Mirandola, Concordia, Aggiornamenti viabilità | 0 commenti

L'incrocio tra Statale, via don Bosco e via dell'Industria dove si parla di rimettere il semaforo - Foto da Google

L’incrocio tra Statale, via don Bosco e via dell’Industria dove si parla di rimettere il semaforo – Foto da Google

E’ passato giusto un mese da quella terribile mattina in cui a Mirandola, sulla Statale 12 dell’Abetone all’incrocio tra via Bosco e via dell’Industria è morta Annalisa Frattolin, impiegata 53enne di Concordia che stava andando al lavoro alla Carrozzeria Imperiale. Un camion l’ha travolta.
Ci furono tante polemiche sulla sicurezza di quell’incrocio maledetto. E’ una zona dove il traffico è proprio tanto e la gente ha fretta. In passato c’era un semaforo a regolamentare il traffico, funzionò a regime per qualche mese, poi rimase fisso sul giallo lampeggiante e poi venne tolto a furor di popolo perché rallentava la circolazione. Ora che è una persona è morta, si torna a chiedere sicurezza.

In Comune oggi a Mirandola si è parlato proprio dell’incrocio maledetto. Dopo che è stata momentaneamente messa da parte la prima soluzione, l’idea di installare una rotonda per la quale al momento non ci sono risorae economiche, l’ipotesi che sta prendendo piede è quella di tornare a regolamentarlo con un semaforo, cercando però, di prevedere una tempistica dei verdi che faciliti, e non ostacoli, il flusso dei veicoli garantendo più sicurezza. Sono stati già chiesti diversi preventivi.

In Comune c’era anche la famiglia di Annalisa Frattolin, che ha avuto un incontro col vicesindaco e a cui è stata prospettata l’ipotesi semaforo.

“Oggi è un mese che te ne sei andata. E, vuoi il destino, vuoi il caso, vuoi quello che vuoi, oggi ho avuto un incontro con il Dottor Ragazzoni, vicesindaco del Comune di Mirandola – scrive Sara, la figlia di Annalisa, su Facebook, in un posti indirizzato alla madre – Ci sono andata con papà, che stamattina con un messaggio “a che ora vai all’appuntamento?” mi ha fatto felice, perchè voleva dire “vengo anche io, non sei sola”.
Abbiamo parlato a lungo, abbiamo anche pianto e ci siamo commossi, tutti e tre.
Ho iniziato a parlare io, chiedendogli perchè lì, su quell’incrocio non vi fosse un semaforo..non chiedevo tanto, ma un semaforo. FUNZIONANTE.
Ho detto che io mi trovavo lì perchè desiderosa di portare avanti una piccola “battaglia”, se così la posso chiamare, sulla sicurezza. La sicurezza sulla strada.

Lui era commosso, perchè ha la tua stessa età.
Era d’accordo su ogni singola parola che riuscivo a pronunciare.
E ti giuro mamma, con una diplomazia ed una calma che mi
ha meravigliata.

L’incontro è proseguito davvero bene. Mi ha mostrato tutto quello che, da quel maledetto 04 Gennaio, ha fatto… Preventivi di vario tipo, progetti di soluzioni ottimali per quell’incrocio che possano essere applicati velocemente e con i costi contenuti.
In realtà si stava già lavorando per quell’incrocio, da prima del terremoto.

Uno dei problemi più grandi da risolvere non è la “sicurezza” dell’incrocio, quanto più che altro la mobilità ed il traffico che transita lungo quella strada. Traffico che sarà destinato ad aumentare, con la costruzione di nuove ditte, di nuovi negozi e centri commerciali (ben vengano sia chiaro, perchè vuole dire nuovi posti di lavoro).
Ti posso solo dire che si sono presi davvero a cuore questo progetti. Le parole che oggi ho sentito le ho sentite sincere.

Purtroppo non mancheranno le lamentele, le stesse che hanno permesso la rimozione dei semafori, o le stesse che in questo mese ho letto sotto al primo post di sfogo che avevo scritto.
Adesso però sono risollevata perchè qualche cosa cambierà.
Si vuole rimettere il semaforo, e metterlo in funzione in maniera intelligente, cioè in modo da ridurre possibile code. Ed il tutto, in tempi ragionevolmente breve. Si vuole mettere a posto anche la segnaletica nelle aeree adiacenti all’incrocio e nell’incrocio stesso, tenendo ben presente che le macchine, in questi ultimi anni, sono cambiate moltissimo. Quindi si adotteranno le soluzioni migliori per posizionare i cartelli in maniera che non ostruiscano la visuale di nessuno.
La strada è ancora molto lunga, le difficoltà non mancheranno, ma sono certa che ne varrà la pena.
Mi sono sentita sollevata, così come anche il papà, e ci siamo lasciati con la promessa di risentirci tra un mese. Per vedere gli sviluppi.

Ringrazio il Dottor Ragazzoni per l’incontro e la promessa.
Ringrazio chi mi sta dando appoggio e sostegno in questo.
In primis il mio papà ed il mio moroso Michele , che nonostante il dolore straziante, mi stanno sostenendo in tutto e per tutto.
Ringrazio coloro che si sono mobilitati per aiutarmi concretamente nella realizzazione di questi cambiamenti.
Ringrazio le mie amiche ed amici stretti che si interessano di come io ed la mia famiglia stiamo. Ringrazio anche amici ed amiche ritrovate, che mi stanno vicina anche con un semplice “ti penso”, e ringrazio coloro che, pur non conoscendomi di persona, si informano e mi intrattengono con chiacchiere virtuali che mi fanno passare via un pò.
E ringrazio anche le mie colleghe di lavoro per a disponibilità e l’aiuto che hanno dato.

Ora che ti scritto metto da parte la rabbia e lascio posto al dolore, sicura però che tu sei qui con noi, e che la forza di fare tutto ciò sia data da te.
Ciao mamma, salutami Milù.
Ti voglio bene.
A presto.

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