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Studenti a scuola di legalità coi Carabinieri, il racconto del Comandante Alessandro Iacovelli

da | Nov 30, 2017 | In Primo Piano, Mirandola, Finale Emilia, San Felice sul Panaro, In primo piano | 0 commenti

Tremila studenti incontrati, più di cinquanta assemblee e altrettante visite guidate, 15 mila chilometri percorsi per raggiungere da febbraio a oggi tutte le scuole della Bassa. Sono i numeri del programma di incontri nelle scuole promosso dai nostri Carabinieri.

Tutto nasce da un protocollo di intesa tra il Comando Generale dei Carabinieri e il Ministero dell’Istruzione, con cui si promuove l’organizzazione di incontri negli istituti con l’obiettivo di avvicinare ragazzi e adulti alla figura del Carabiniere, e per parlare di temi di attualità, scelti a seconda della sensibilità dei Comandi territoriali. Il nostro, che copre 15 Comuni e ha sede a Carpi, è condotto dal Comandante Alessandro Iacovelli, che guida 12 stazioni e 140 uomini. Quarantadue anni, quattro lauree e già una carriera da encomio alle spalle, ha voluto con forza attuare questo programma e da quando è arrivato nella Bassa, in poco più di un anno e mezzo ha incontrato personalmente più di 3.000 studenti.

I bambini delle primarie e del primo anno di medie sono accolti in visita alla Caserma –  in via Sigonio si sono alternate una ventina di scolaresche – mentre una cinquantina di conferenze si sono direttamente tenute nelle scuole con i ragazzi più grandi. In questo caso si parla dei temi più vicini ai ragazzi: violenza di genere, bullismo, i pericoli del web.

Le visite dei bambini in Caserma

Sono occasioni che Iacovelli sa sapientemente rendere istruttive e divertenti nello stesso momento. Gli alunni, un paio di classi alla volta, vengono portati in tour in caserma a Carpi.
Prima tappa, la visione di un filmato in cui si spiega cosa fanno i Carabinieri. Poi c’è il quiz su quanto visto. Chi dà le risposte giuste ha in regalo una macchinina, un’agenda o una penna coi loghi dei militari Solo chi se lo merita, prima lezione.
Poi c’è la visita alla sala dove vengono effettuate le intrecettazioni telefoniche, quella del nucleo radiomobile, poi la centrale operativa in cui si simula un intervento del 112 e si segue quanto accade dalla richiesta di aiuto all’intervento delle gazzelle, che ogni giorno nel distretto compiono più di 20 interventi. Molto affascinante vedere come dalla caserma carpigiana si tengano sott’occhio, grazie alle telecamere, tutti i paesi della Bassa. Il controllo è serrato, seconda lezione.
Un passaggio in armeria, dove i bambini possono vedere palette e giubbotti e poi coi Carabinieri in borghese a rilevare impronte e fare le schede segnaletiche. Infine, la visita alle celle di sicurezza. Questo colpisce molto i piccoli alunni: vedere come ci siano conseguenze pesanti per le proprie azioni più gravi, è la lezione più importante. “Rispettare le regole è un aiuto, non un limite”, viene spiegato.
In mensa la cuoca della caserma fa trovare pronta la merenda (chi l’ha asseggiata la descrive come degna, in quantità e bontà, di un matrimonio reale, Ndr) e la visita si chiude con il momento più atteso: il giro in cortile con le autoradio dei Carabinieri, sgommando e a sirene piegate.

Gli incontri nelle scuole

Nelle scuole medie e superiori, invece, si parla. E non è di certo facile tenere desta l’attenzione di centinaia di adolescenti per diverse ore. Ma il Comandante Alessandro Iacovelli ci riesce: quando parla lui non vola una mosca. I potenziali disturbatori vengono individuati in un colpo d’occhio e messi in condizione di non dare fastidio.

Si entra subito nel vivo della giornata con la proiezione di un video che parla di violenze sulle donne, questo che vi mostriamo qui di seguito.

Parlare di questo tipo di violenza scuote molto, e sapere che si tratti di un fenomeno diffuso e strutturale da cui si può uscire aiuta.  “Raccontiamo quello che accade nello specifico del territorio in cui ci troviamo – spiega Iacovelli – i tanti casi, più di 500 l’anno in questa zona, con cui ci troviamo a che fare”.
Bullismo. “Anche in questo caso facciamo esempi contestualizzati al luogo e scopriamo come tutti i ragazzi, chi più chi meno, hanno a che fare con episodi di bullismo, il più insidioso è quello inconsapevole che non sembra tale: l’isolamento del più debole”, rimarca il Comandante.
I pericoli del web. “Tanti, su Facebook, su Instagram, i virus via mail. I giochi on line, come Clashe Royale, hanno chat in cui i ragazzi sono facilmente raggiungibili dai predatori. Mentre i genitori li credono al sicuro a giocare in cameretta…. Spieghiamo che devono essere sempre diffidenti con chi non si conosce”.

I Carabinieri di Iacovelli, insomma, vanno a  parlare di temi tanto delicati. con autorevolezza e col metodo giusto per attecchire. I ragazzi li ascoltano e si seminano germi positivi. Gli adulti lo capiscono e apprezzano, i presidi se li contendono per il prossimo anno, e i genitori che spesso sono invitati ad assistere a questi incontri sono i primi a fare tante domande, specie sull’uso dei social network su cui si trovano a essere più sprovveduti dei loro figli.

L’intervista

Capitano Iacovelli, come trova i ragazzi della Bassa?
“Curiosi, chiedono di tutto. Per loro è la prima occasione per parlare con un rappresentante delle forze dell’ordine e vogliono sapere ad esempio quali sono i casi più interessanti che abbiamo seguito, quanto prendiamo di stipendio, le procedure per arruolarsi… Poi emergono anche altre cose, sono nate anche indagini dalle segnalazioni dei ragazzi che incontriamo. In un paio di occasioni, ragazze vittime di violenza dopo l’incontro con noi hanno trovato il coraggio di fare denuncia.
E’ molto faticoso portare avanti questi incontri, che prendono metà giornata. Ma mi piace, ci credo, spero che abbiano un effetto positivo sul ragazzi, e vedere che apprezzano e rispondono è molto importante”.

Trova che i nostri ragazzi siano particolarmente problematici rispetto ai coetanei di città?

No, a volte incontriamo classi più esuberanti delle altre, alle superiori. Invece non capita alle medie, come invece accade altrove.

E le baby gang? A Medolla e a Mirandola commettono furti e danneggiamenti, a Finale sono addirittura sospettati di omicidio, per non dire dell’ultimo caso di Modena…

Sono mele marce in un cesto di mele sane. Sono il risultato dei tempi in cui viviamo. E attenzione: non c’è una recrudencenza di violenze, furti e omicidi. E’ che le notizie rimbalzano sui social e vengono amplificate accentuando la percezione di insicurezza.

C’è forse anche un senso di impunità?
Non si esce mai impuniti. La pena arriva sempre, anche se, se non è tempestiva, può sembrare perdere d’efficacia. Ma non è così.

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