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Perde casa e lavoro col sisma, poi si ammala. Ora il Comune gli toglie il contributo per i terremotati

da | Giu 16, 2018 | In Primo Piano, Concordia | 0 commenti

CONCORDIA  SULLA SECCHIA – Mattina movimentata in Comune a Concordia quella di venerdì con la protesta di Eugenio Saccoccio, terremotato di Vallalta. Ha sessant’anni, una moglie, Rosa, e due figli  di 17 e 21 anni. Col terremoto ha perso prima la casa poi il lavoro, e poco dopo la terribile scoperta di avere due tumori, di cui uno inoperabile. A Vallalta di Concordia ci è rimasto anche se la sua casa è inagibile. Ha tirato su una baracca in giardino e lì da sei anni aspetta i lavori di ristrutturazione.

In qualche modo si tirava comunque avanti, poi la doccia gelata: nell’agosto 2017 il Comune gli toglie il Cda, il contributo ex Cas, quello di autonoma sistemazione per i terremotati. Secondo quanto racconta lui, non gli vengono date spiegazioni e lui va a chiederle cicliclamente in Municipio. Per quel che gli è dato sapere, pare ci sia una questione burocratica dietro la cancellazione del suo assegno mensile, pare che manchi una carta nella pratica del suo Mude. Ma la situazione non si sblocca e lui rimane senza assegno mensile.

Venerdì mattina Eugenio è arrivato in Comune abbastanza alterato, c’è stato anche un confronto acceso con il sindaco, poi è stato rimbalzato tra ufficio tecnico e servizi sociali tenuto d’occhio da due Vigili Urbani di Concordia e due di Mirandola, ed è stata chiamata anche la dottoressa di Saccoccio.

Il sindaco Luca Prandini ha commentato: “La situazione merita  tutta l’attenzione e il rispetto del caso e i servizi sociali si muoveranno in tal senso, anche se le ordinanze parlano chiaro. Per la pratica edilizia che riguarda la sua casa – aggiunge il sindaco – è in corso l’istruttoria”.

Paolo Zanella e Aureliano Mascioli, del Comitato Sisma 12 hanno riportato la calma e convocato i giornalisti. Saccoccio ha così strappato una promessa, ma ha rifiutato l’aiuto dei servizi sociali. “Perchè – spiega – come terremotato io ho diritto al contributo regionale per i terremotati, non sono diritti scambiabili”

Dietro i numeri di chi festeggia la veloce ricostruzione, sono tante le storie di difficoltà. Come quelle di chi, spiegano Paolo Zanella e Aureliano Mascioli, “stava ristrutturandola sua azienda e si vede i finanziamenti bloccati dalle banche che non accetterebbero più le cambiali Errani come garanzia pagate come credito di imposta. Molte imprese stanno saltando perchè i pagamenti arrivano in ritardo”. E a essere danneggiati sono anche le famiglie: se l’azienda che è stata incaricata della ricostruzione della propria casa fallisce e non porta a termine i lavori, tocca al terremotato restituire tutti i contributi ricevuti.

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