Il 13,5% del territorio modenese ha una elevata o molto elevata pericolosità di frane. Lo dicono i dati della seconda edizione del Rapporto “Dissesto idrogeologico in Italia”, curato dall’Ispra, l’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale
E ancora, il 41,2% della nostra provincia, che ha una superficie di 2.688 km quadrati, è considerata a media pericolosità idraulica, ovvero rischio alluvioni.
Se questi dati li guardiamo dal punto di vista della popolazione, allora risulta che l’1,8% vive in zone a pericolosità da frana elevata e molto elevata, mentre il 51,4% vive in zone a bassa pericolosità idraulica e il 3,1% in zone a rischio alto.
Il modenese fa parte di quel 91% dei comuni italiani, con oltre 3 milioni di nuclei familiari, ad alta vulnerabilità. Il 16,6% del territorio nazionale è mappato nelle classi a maggiore pericolosità per frane e alluvioni (50 mila km2). Quasi il 4% degli edifici italiani (oltre 550 mila) si trova in aree a pericolosità da frana elevata e molto elevata e più del 9% (oltre 1 milione) in zone alluvionabili nello scenario medio.
I valori più elevati di popolazione a rischio si trovano in Emilia-Romagna, Toscana, Campania, Lombardia, Veneto e Liguria.
Le industrie e i servizi posizionati in aree a pericolosità da frana elevata e molto elevata sono quasi 83 mila, con oltre 217 mila addetti esposti a rischio. Il numero maggiore di edifici a rischio si trova in Campania, Toscana, Emilia-Romagna e Lazio. Al pericolo inondazione, sempre nello scenario medio, si trovano invece esposte ben 600 mila unità locali di impresa (12,4% del totale) con oltre 2 milioni di addetti ai lavori, in particolare nelle regioni Emilia-Romagna, Toscana, Veneto, Lombardia e Liguria dove il rischio è maggiore.
I dati dell’ISPRA individuano nelle aree franabili quasi 38 mila beni culturali, dei quali oltre 11 mila ubicati in zone a pericolosità da frana elevata e molto elevata. I comuni a rischio idrogeologico: in nove Regioni (Valle D’Aosta, Liguria, Emilia-Romagna, Toscana, Umbria, Marche, Molise, Basilicata e Calabria) abbiamo il 100% dei comuni è a rischio.