MIRANDOLA, FINALE EMILIA, CAVEZZO, CONCORDIA, SAN FELICE, MEDOLLA, CAMPOSANTO, SAN POSSIDONIO, SAN PROSPERO E NOVI – A differenza di alcuni comuni del Basso Mantovano (come Pegognaga, Poggio Rusco e Moglia dove gli studenti dovranno trascorrere anche il prossimo anno scolastico nei moduli messi a disposizione dalla Regione subito dopo il terremoto del 2012 in attesa che si concluda l’iter burocratico per costruire ex novo o recuperare i plessi scolastici danneggiati dal sisma), nella Bassa Modenese nessun studente è ancora nei moduli provvisori. Le strutture danneggiate sono state recuperate o ricostruite ex novo grazie a contributi della Regione o di benefattori.
In alcuni comuni, però, gli studenti, dopo anni trascorsi in strutture provvisorie, hanno dovuto attendere proprio l’inizio di quest’anno scolastico per vedere finalmente pronti gli istituti promessi o rientrare nelle vecchie sedi ristrutturate. E’ il caso delle elementari “Frassoni” di Finale Emilia, sorte nella nuova area di via della Rinascita (accanto al nuovo istituto comprensivo “Castelfranchi” che fino all’anno scorso ospitava oltre alle classi dell’infanzia e dell’elementari anche le medie in attesa che fossero pronte le nuove “Frassoni”. In realtà, la struttura era stata inaugurata già nel 2016, ma poco dopo erano finite al centro di un’inchiesta giudiziaria che ne hanno fatto slittare il taglio del nastro avvenuto ufficialmente sabato 15 settembre. Con l’inaugurazione delle “Frassoni”, l’offerta formativa finalese è completata. “Il plesso scolastico, sorto dopo il sisma in via Della Rinascita – spiega l’amministrazione – è quello definito. La vecchia sede che ospitava le “Frassoni” è in parte crollata e quella rimasta in piedi è utilizzata come deposito. Difficilmente l’immobile tornerà ad essere adibita a scuola”.
A Mirandola, invece, il suono della campanella coinciderà, per gli studenti dell’istituto “Galilei” con il rientro nella sede storica danneggiata dal sisma e interamente ricostruita. Dopo gli anni anni trascorsi nel plesso provvisorio di via 29 Maggio, proprio lunedì (giorno in cui è previsto anche il taglio del nastro ufficiale) rientreranno nella sede storica. La struttura post terremoto del “Galilei”, però non verrà dismessa, ma saranno eseguiti lavori di adattamento perchè tra fine 2018 e inizio 2019 qui saranno ospitati gli studenti del liceo “Pico” e le classi del professionale “Cattaneo”. In via 29 Mmaggio, dopo il terremoto avevano trovato spazio anche le aule dell’istituto “Luosi”. I ragazzi sono già rientrati nella sede ristrutturata, ma anche in questo caso l’edificio provvisorio non verrà dismesso ma diventerà sede di start up a servizio del vicino Polo Tecnologico.
E se a Novi e a Rovereto si sono conclusi pochi giorni fa tutti i lavori che ora offrono agli studenti scuole nuove di zecca, a Concordia, invece, gli studenti delle medie dovranno attendere ancora qualche mese per la nuova scuola. Attualmente, nel nuovo plesso sorto vicino al Municipio provvisorio, sono ospitate elementari e medie. Con l’avvio di questo anno scolastico, i ragazzi delle medie dovevano rientrare nel nuovo istituto costruito nell’area ex Map, ma a causa di alcuni ritardi l’edificio sarà pronto a fine di quest’anno.
Negli altri comuni della Bassa, tutte le scuole danneggiate dal sisma sono state restaurate e ricostruite. A Camposanto, per esempio, dal 2016 ci sono tre strutture indipendenti per gli studenti di ogni ordine e grado e non ci sono edifici temporanei. A Medolla, primaria e secondaria di primo grado erano state ristrutturate e inaugurate già ad ottobre 2012
In alcuni casi, le scuole sono state riunite in veri e propri campus della cultura, come a San Prospero, dove l’istituto scolastico ospita anche l’Auditorium, e San Possidonio dove nell’area di via Focherini, oltre alle scuole trovano spazio anche la biblioteca e il palasport. Qui, dallo scorso anno, è cambiata pure la modalità didattica: sono gli studenti a spostarsi nelle diverse aule a seconda delle lezioni che devono seguire. Inoltre – ricorda l’amministrazione – “è in corso un ampliamento per dotare la media di nuovi laboratori”.
Infine, un discorso a parte deve farsi per le scuole operative nelle frazioni prima del terremoto. Nella maggior parte dei casi, i comuni hanno realizzato istituti comprensivi e non si sa se le vecchie scuole frazionali avranno una nuova vita una volta recuperate. A Cavezzo, per esempio, la sede elementare di Disvetro, danneggiata dal sisma, non è ancora stata recuperata. “I lavori di rispristino non sono ancora iniziati – spiega l’amministrazione -. Una volta sistemata, però, difficilmente tornerà ad essere adibita a scuola”.