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Termina la stagione irrigua e inizia lo svaso su 2.200 km di canali

da | Ott 15, 2018 | San Possidonio | 0 commenti

Sono due le grandi manovre che interessano i canali di bonifica ogni anno: l’invaso a primavera e lo svaso in autunno, che si traducono sommariamente nel “riempire e svuotare i canali dall’acqua”. Operazione tutt’altro che banale quando il reticolo idrografico misura oltre 2.200 chilometri e le pendenze del territorio sono quasi nulle.

Svaso e invaso sono i due momenti fondamentali dell’anno per la bonifica – afferma in una nota il presidente del Consorzio Burana Francesco Vincenzi – perché seguono il ritmo naturale delle stagioni delle nostre terre. La gradualità è d’obbligo per la conformazione del nostro territorio, ma anche per preservare gli ecosistemi, in modo particolare per favorire il trasferimento della fauna ittica nelle zone con presenza di acqua come previsto dalle convenzioni siglate con l’Associazione Pesca e Attività Subacquee Sezione di Modena Onlus e l’Arcipesca Fisa Comitato Provinciale di Ferrara. Anche dal punto di vista sanitario, la fauna ittica è fondamentale per il controllo biologico delle zanzare: il Burana, pur non avendo competenza sulla materia, collabora da alcuni anni al Piano di prevenzione degli animali infestanti dell’Unione Comuni Modenesi Area Nord”.

Aggiunge il direttore generale, Cinalberto Bertozzi: “È la natura promiscua dei nostri canali ad imporre lo svaso e il reinvaso ogni anno. La loro funzione è duplice: irrigare le campagne in primavera/estate e scolare le acque di pioggia e neve in autunno/inverno. Viviamo in una zona ad alto rischio idraulico, senza quest’attività le nostre abitazioni sarebbero allagate alle prime piogge. La zona di Modena, coi suoi 34 metri sul livello del mare, è come sul fondo di una bacinella che si estende in tutta la bassa modenese. E considerato il grado di impermeabilizzazione del suolo raggiunto negli ultimi anni a causa degli alti tassi di urbanizzazione, l’acqua corre anche piuttosto velocemente alla bassa. Dobbiamo sempre tenerci pronti con canali sfalciati dalla vegetazione infestante per ridurre al minimo il rischio di fuoriuscite d’acqua pericolose per l’uomo e per le abitazioni, pompare con le idrovore quando serve e, appunto, tenere i canali al minimo grazie alle manovre di svuotamento che iniziano a fine settembre protraendosi per quasi un mese. In pratica piano piano le acque, sfruttando la minima gravità e tramite le manovre delle decine di paratoie disseminate lungo i canali e i pompaggi delle idrovore vengono fatte defluire nei fiumi e, da qui, al mare”.

Aggiunge Vincenzi: “Eravamo partiti con una stagione piovosa in giugno per poi arrivare in sofferenza idrica nell’ultimo mese. Come sempre i nostri impianti hanno salvato i prodotti delle nostre terre che non sarebbero in grado di sopportare carenze d’acqua così prolungate: Sabbioncello a favore dei terreni agricoli della bassa pianura fino a Modena ha pompato oltre 110 milioni di metri cubi di acqua da marzo a ottobre, Pilastresi, nello stesso periodo, ha sollevato oltre 140 milioni di metri cubi di acqua a beneficio del territorio di Ferrara. Siamo inoltre consapevoli del fatto che i canali di bonifica, diramando le acque nel territorio, rappresentino sempre più habitat di grande pregio ecologico-naturalistico, fonte di riparo e sostentamento per la fauna. La bonifica ricopre un ruolo di mediazione tra interessi diversi, spesso contrapposti, tutti ugualmente degni di considerazione”.

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