FINALE EMILIA – Una toccante cerimonia ha celebrato a Finale Emilia la Giornata della Memoria degli orrori del Novecento con la posa di due pietre di inciampo per due vittime finalesi della Shoah, Ada Osima ed Emilio Castelfranchi.
Con l’obiettivo di epositare, nel tessuto urbanistico e sociale delle città europee, una memoria diffusa dei cittadini deportati nei campi di sterminio nazisti, vengono incomporati, nel selciato stradale delle città, davanti alle ultime abitazioni delle vittime di deportazioni, dei blocchi in pietra ricoperti da una piastra di ottone posta sulla faccia superiore. Ada Osima era una farmacista e martire della shoah la sua casa era in via Mazzini 6, ed Emilio Castelfranchi un medico militare deceduto giovanissimo dopo essere stato privato del suo futuro dalla leggi razziali del 1938. Viveva in via Torre Portello 4. Qui sono state poste le due pietre d’inciampo.
“Due Finalesi che – ha ricordato il sindaco di Finale Emilia Sandro Palazzi – nella follia della Shoah e della emanazione delle leggi razziali contro gli Ebrei, hanno perduto prima la loro dignità di persone e poi successivamente la vita. Due di noi, parte viva e pulsante della nostra comunità, vittime di ideologie farneticanti. Che il loro ricordo e la memoria delle loro storie di inaudita sofferenza possano rimanere vive alle future generazioni di Finalesi”.
“Quando, cessata l’onta e la vigliaccheria della fosca ora presente, la serena anima umana risorgerà intera e diritta, nel trionfo della verità sul mendacio,della giustizia sull’arbitrio, del diritto sulla brutalità, dell’amore sull’odio, allora Egli sarà glorificato per la sua bontà e per il suo martirio…”
1942 Ciro Castelfranchi (padre di Emilio Castelfranchi. parole scritte a sua nipote Bianca Maria Castelfranchi orfana del padre Emilio).