SAN FELICE – Una maxi holding, un calderone in cui far confluire le principali banche popolari di tutta Italia. E’ il progetto sostenuto dalla Banca d’Italia, in cui rientrebbe anche la Banca Popolare San Felice, che proprio in queste settimane ha dato mandato a un advisor di studiare possibili aggregazioni. L’idea dei sanfeliciani sarebbe quella di una aggregazione con un singolo istituto di credito che può essere o una grande realtà che qui nel Modenese non ha sportelli, o una banca di piccole dimensioni, con cui crescere assieme. Ipotesi, quest’ultima, in realtà particolarmente difficile visto che via via le banche piccole che c’erano hanno chiuso per crisi o sono finite “mangiate” dalle più grandi.
E ora irrompe con forza un’ipotesi del tutto diversa, propugnata dalla Banca d’Italia. Si tratterebbe di creare una holding cooperativa capogruppo che controlli le reti bancarie sul territorio detenute da una ventina di istituti di credito popolari, a cui realtà come la San Felice dovrebbero delegare gran parte dei poteri decisionali. Per questo, qui come altrove, sono forti le resistenze, ma Banca d’Italia è stata chiara: sarebbe proprio questo il modo migliore per risolvere le situazioni di crisi in cui versano molti piccoli istituti di credito.
Secondo quanto ricostruito da Il Sole 24 Ore, sono già partiti i colloqui tra gli istituti e Bankitalia, con un incontro che si è tenuto nei giorni scorsi a Roma. Oltre alla Popolare San Felice, si parla delle popolari di Cividale, Alto Adige, Marostica, Valconca e in prevalenza di realtà del Mezzogiorno come le popolari Torre del Greco, Mediterraneo, Fondi, Ragusa, Puglia e Basilicata, Cassinate, Frusinate, Pugliese, Lajatico e Bari.