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Unione Area Nord, Papotti (Pd): “Statuto vittima della propaganda elettorale”

da | Mag 9, 2019 | Cavezzo | 0 commenti

MIRANDOLA, CAVEZZO, CAMPOSANTO, SAN FELICE, FINALE, MEDOLLA, CONCORDIA, SAN POSSIDONIO E SAN PROSPERO – Il capogruppo Pd nel Consiglio dell’Unione dei Comuni modenesi dell’Area Nord Matteo Papotti analizza le ragioni che hanno ostacolato l’approvazione della riforma dello Statuto dell’ente e ne individua le cause soprattutto nell’imminente tornata elettorale. Il democrat attacca il candidato sindaco di Cavezzo Stefano Venturini, che è a capo della  Commissione preposta alla modifica: “Poteva fare di più”.

Ecco la dichiarazione di Matteo Papotti:

“Vorrei, innanzitutto, ricordare che l’obiettivo della riforma dello statuto dell’Unione era la salvaguardia della governabilità dell’ente: la composizione del Consiglio oggi risulta inadeguata rispetto alle attuali funzioni dell’Unione, un tempo considerata più un organo di rappresentanza che di governo. Dopo che sono stati conferiti all’Unione anche i servizi sociali ed educativi, oggi l’ente gestisce un bilancio superiore ai 30 milioni di euro e deve essere messo nelle condizioni di muoversi con efficacia ed efficienza.

L’obiettivo è però sfumato perché le minoranze hanno preferito alla lungimiranza la propaganda elettorale. Era da tempo, infatti, che anche da parte loro arrivavano sollecitazioni per modificare lo statuto, ma mai una proposta di testo su cui lavorare. E questo nonostante la Commissione preposta alla modifica sia presieduta dal consigliere Venturini del coordinamento civiche area Nord che avrebbe potuto convocarla in qualsiasi momento.

A quel punto, sulla base di una proposta della Giunta e dopo un lavoro di tre mesi, quelle stesse minoranze che avevano sollecitato le modifiche si son lasciate trasportare dalla corrente della campagna elettorale. Eppure in Commissione il testo originario è stato modificato accogliendo emendamenti arrivati da più parti. Fino all’ultimo si è provato a mediare e condividere, ma poi, in Consiglio, sono mancati proprio i voti di chi aveva chiesto modifiche. Con il risultato di demandare, per mere ragioni elettoralistiche, ai futuri colleghi l’onere di trovare una stabilità”.

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