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Commemorazione di San Possidonio: le associazioni organizzatrici rispondono all’ANPI

da | Giu 8, 2020 | San Possidonio | 0 commenti

SAN POSSIDONIO – L’Associazione Memento e l’Associazione Nazionale Famiglie Caduti e Dispersi della RSI hanno diramato una nota per rispondere all’ANPI riguardo la commemorazione dei caduti della strage della “corriera fantasma”. La riportiamo in forma integrale:

In merito al comunicato stampa diffuso dall’Associazione Nazionale Partigiani d’Italia relativamente alla commemorazione dei caduti della strage della corriera fantasma tenutasi a San Possidonio sabato 30 maggio, le associazioni organizzatrici della cerimonia intendono fare chiarezza senza alcun timore reverenziale, verso chi fa della minimizzazione storiografica e dell’esaltazione ideologica dei crimini del comunismo la propria ragione d’essere.
La commemorazione di domenica scorsa non rappresenta in alcun modo un “atto di propaganda politica” come affermano gli autori del comunicato: le nostre associazioni altro non fanno nella propria attività che adempiere ad una finalità istituzionale che è propria del Comitato Onoranze e Caduti del Ministero della Difesa, che è quella della di provvedere alla “sistemazione delle salme degli italiani appartenenti a Forze Armate operanti al servizio della sedicente Repubblica Sociale Italiana, deceduti in conseguenza alla guerra” (art. 3).
Le leggi vigenti non proibiscono la commemorazione dei soldati e dei civili fascisti caduti e assassinati nel periodo 1943 – 1945, ed anzi – per quanto concerne gli appartenenti alle Forze Armate della RSI – li considera militari degni delle sepolture e del ricordo che tale qualifica assegna, anche alla luce di una sentenza del Tribunale Supremo Militare del 26 aprile 1954.
Quanto ai fatti storici oggetto della commemorazione, liquidati dall’ANPI come fatti sui quali non vi sarebbe responsabilità materiale o morale di alcuno, non siamo intenzionati a far passare queste falsificazioni. Nel 1968, alla scoperta della fossa comune, interrogato dai Carabinieri in merito l’allora Sindaco comunista parlò di “vittime del nazifascismo” e delle “rappresaglie”, definendo uno “sbaglio” la denuncia degli esecutori. Il Partito Comunista locale diffuse volantini parlando di “una speculazione infame” e indisse manifestazioni pubbliche a riguardo. Il processo tenutosi nel 1970 ai responsabili – seppure per reati estinti per amnistia – qualificò le condotte come omicidio plurimo aggravato (cfr. Vittorio Martinelli, Primavera di sangue 1945. La ‘Corriera fantasma’.
Che dopo cinquant’anni dall’accertamento della verità storica in merito si pongano come condizioni di una riconciliazione l’oblio sui crimini dei comunisti italiani e la negazione del ricordo delle loro vittime suona un appello ipocrita e liberticida che non siamo certamente intenzionati ad assecondare; e che i ripetuti inviti che negli anni sono stati fatti al Sindaco di San Possidonio nel recarsi alla commemorazione di Soldati italiani trucidati sommariamente e contro le leggi di guerra siano stati sempre declinati la dice tutta sulla presunta volontà di ristabilire un clima nel quale le tragedie del secolo scorso possano trovare una memoria condivisa.
Ringraziamo ancora Alberto Greco, Sindaco di Mirandola, e gli esponenti istituzionali per la partecipazione alla commemorazione di domenica, dimostrazione di coraggio nel voler ricomporre ferite nella comunità nazionale nel segno della pacificazione tra Italiani e della verità storica.

Ass. Memento
Ass. Naz. Familiari Caduti e Dispersi della RSI

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