FINALE EMILIA – Una petizione rivolta al governatore dellìEmilia-Romagna Stefano Bonaccini. L’ha lanciata l’Osservatorio civico Ora tocca a noi per dire no alla discarica. Cade proprio nei giorni in cui a Roma si stanno per tirare le fila di una decisione che pare ormai fatta, visto che è rimasto solo il Comune di Finale a non volere sul suo territorio la discarica. Tutti gli altri enti della Conferenza dei Servizi, dalla Regione in giù, si sono detti d’accordo. L’ultima parola ce l’ha il Consiglio dei Ministri.
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Ecco il testo della raccolta firme
In un territorio già oberato da molteplici impatti ambientali è inaccettabile questo ampliamento che vedrebbe catapultare su Finale Emilia 1.860.000 metri cubi di rifiuti (1.530.000 relativi a nuove volumetrie di conferimento e 330.000 riguardanti la ricollocazione dei rifiuti della discarica esaurita).
Questi rifiuti che si caratterizzano prevalentemente come speciali, contengono varie sostanze inquinanti.
Non possiamo sopportare che tutto ciò avvenga in un quadro ambientale già compromesso e che vede l’attuale stato della falda acquifera del territorio caratterizzato da livelli fuori norma di vari metalli pesanti, sostanze queste notoriamente riconosciute cancerogene. E’ quindi un vero delitto consentire l’arrivo di una tale moltitudine di rifiuti che produrranno un percolato contenente vari inquinanti come Piombo, Cadmio, Cromo,Arsenico, Nichel solo per citarne alcuni, tutti inquinanti che peggioreranno ulteriormente il corpo idrico del nostro territorio, il tutto aggravato dal fatto che questa discarica si situa in un’area ad elevata criticità idraulica e sismica.
Che dire poi dell’incredibile atteso incremento di passaggi di mezzi pesanti stimabile in circa un 30% in più rispetto all’attuale traffico veicolare pesante. Negli anni di maggiore attività della discarica si registreranno 116 passaggi giornalieri di mezzi pesanti che equivalgono, considerando 260 giorni lavorativi annuali, a 30.160 transiti all’anno. Un vero incubo considerando i danni in termini di inquinamento atmosferico e ulteriore compromissione della già distrutta rete viaria comunale. Questi sono i numeri di un disastro annunciato.
È scandaloso poi che tutta questa operazione di ampliamento venga sorretta e supportata dall’alibi della bonifica della vecchia discarica. Per la messa in sicurezza del primo e più antico corpo di discarica erano già stati spesi svariati milioni di euro, quindi non si comprende come sono stati spesi questi soldi pubblici visto che ora ci raccontano che serve bonificare di nuovo la vecchia discarica!
Questo progetto ha da sempre mobilitato la cittadinanza che non vuole assolutamente che questo piano venga attuato poiché per il principio di precauzione bisogna difendere la salute dei cittadini e questo progetto è senza dubbio dannoso.
Il principio di prevenzione o di azione preventiva, fondando le strategie di tutela ambientale, rappresenta un principio cardine del diritto ambientale.
E’ per questo che, in materia ambientale, occorre eliminare il rischio che tali danni si verifichino.
E’ evidente che i danni ambientali, una volta verificatisi, non sono sempre riparabili e là dove lo sono diventa oneroso andare ad intervenire.
Il principio di prevenzione è complementare al principio di precauzione, che prevede una tutela a priori rispetto alla fase di applicazione delle migliori tecniche previste ed esige la verifica che l’attività non danneggi l’uomo e l’ambiente.
Questi due principi impongono di perseguire un alto livello di protezione dell’ambiente e di miglioramento della sua qualità.
Applicare il principio di precauzione significa adottare tutte quelle misure di tutela ambientale anche quando non sia assolutamente certo che un determinato fenomeno sia nocivo per l’ambiente e che sussista un dubbio scientificamente attendibile che possa esserlo.
L’art.301 del Codice dell’ambiente prevede in attuazione del principio di precauzione, allorché nascano pericoli anche solo potenziali, come ad esempio ulteriori emissioni in atmosfera di sostanze nocive e cancerogene per l’ambiente e tutti gli esseri viventi oppure rischi di eventuali sversamenti in falda, che gli operatori siano tenuti ad adempiere tempestivamente a specifici obblighi informativi verso le pubbliche autorità, in modo che il Ministero dell’ambiente possa intervenire per adottare le relative misure preventive.( art.304 codice dell’ambiente)
Nel caso in oggetto, si chiede che venga valutata la V.I.A che presuppone la conoscibilità dal punto di vista scientifico degli effetti sull’ambiente derivati dalla realizzazione di una determina opera:
– ai sensi dell’art.3 della Direttiva 27 Giugno 1985 n.85/ 337/ CE, infatti “ la valutazione di impatto ambientale individua descrive e valuta in modo appropriato… gli effetti diretti di un progetto sui seguenti fattori….”
Il principio di precauzione costituisce un rafforzamento della prevenzione nel senso che rende necessario l’intervento di tutela anche in caso di mera situazione di incertezza in ordine al verificarsi di un determinato danno di natura ambientale.
Il voto contrario espresso dal consiglio comunale è espressione della volontà popolare ed ha unito in sede consiliare tutte le forze politiche.Chiediamo che la nostra richiesta venga accolta e si rammenta la grave situazione ambientale in cui versa il nostro territorio e che comunque il nostro Comune ha già contribuito ad espletare la sua parte di pertinenza nell’accoglienza dei rifiuti, ora tocca a qualcun altro!
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